Ultrà: la situazione negli altri campionati

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Ultrà: la situazione negli altri campionati

Messaggiodi Aragorn il 06 feb 2007, 13:57

Il modello inglese, invocato da tutti, la cultura americana addirittura idolatrata. Com'è diverso assistere a un evento sportivolontano dall'Italia. Abbiamo osservato quel che succede nei più importanti campionati europei e dato un'occhiata agli Stati Uniti, ai pianeti Nba, Ncaa, Nhl, Nfl. Solo nei college ex universitari, genitori, parenti vanno in trasferta, ma è una gita divertente e di scontri e ultrà proprio non se ne parla.

FRANCIA: In Francia i tifosi vanno in trasferta come in Italia. Non ci sono i treni speciali, ma i pullman organizzati. Si va verso i biglietti nominali.
Sono vietati i fumogeni. Non esiste, come in Italia, una dichiarata battaglia contro le forze dell'ordine, ma il fenomeno franceseè una sorta di hooliganismo vecchio stampo. I tifosi si picchiano tra loro. A volte, è il caso del Paris Saint Germain, anche all'interno della stessa tifoseria. Per motivi politici: a Parigi ci sono frange di estrema destra e anarchici. I peggiori sono, oltre ai parigini, quelli del Marsiglia. Gestiscono pure la vendita dei biglietti della curva. Capitolo striscioni: ci sono e la Lega premia le migliori coreografie.

INGHILTERRA: Nell'Inghilterra della tolleranza zero (dall' 89, dopo la tragedia dell'Hillsborough di Sheffield in cui morirono schiacciati 96 tifosi del Liverpool) la quota dei tifosi in trasferta non supera, in media, il 5% della capienza dello stadio. Non esistono gruppi organizzati, ma solo iscritti al club ufficiale, l'unico ammesso a vendere i biglietti. I tagliandi sono nominali dall'avvento della Premier League ('92-93). I tifosi ospiti vengono sistemati in un settore specifico sotto stretta osservazione degli steward. Questa figura, scolarizzata, nata per limitare i costi legati alla sicurezza, ha la facoltà di allontanare chi non ha un comportamento esemplare (gli stadi sono proprietà privata). Quasi scomparsi i treni speciali, i club organizzano (ma a pagamento) i pullman. Sono vietati fumogeni e bandiere. I tifosi storicamente più caldi (Leeds) si picchiano al massimo fuori dallo stadio.

GERMANIA: I tedeschi seguono il modello inglese facilitato da stadi nuovi e scolarizzazione per il Mondiale. La Germania in tempi recenti non ha avuto grandi problemi di violenze, ma il discorso va limitato alla prima e seconda Bundesliga, A e B. Fra i dilettanti invece i disordini sono più frequenti e le zone più a rischio, con sfondi razzisti e neonazisti, sono quelli dell'ex Germania Orientale. In Bundesliga, gli spettatori vengono controllati (da funzionari di polizia) attraverso gli impianti video degli stadi, con tecnologie avanzate. Alla sicurezza interna provvedono anche i club, con gli steward. Le barriere di protezione fra campo e tribune sono state abolite, i biglietti non sono nominali (solo al Mondiale) e la vendita di alcolici è vietata in casi eccezionali. Gli agenti di Polizia della città d'origine scortano i tifosi più agitati in trasferta, conoscono i nomi dei diffidati in anticipo e controllano che non vadano allo stadio. Per i colpevoli di atti violenti prima, durante e dopo inibizione per 2 anni da tutti gli stadi.

SPAGNA: In Spagna sono pochissimi i tifosi che seguono la squadra del cuore in trasferta. La media è di 30-40 tifosi a partita. Negli stadi, oltre ai poliziotti, ci sono gli steward, all'inglese. Sono vietate bandiere e aste.


«Non tutto quel ch'è oro brilla,
Né gli erranti sono perduti;
Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza,

le radici profonde non gelano.
Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
L'ombra sprigionerà una scintilla;
Nuova sarà la lama ora rotta,
E re quei ch'è senza corona.»

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