Divieto di accesso alle manifestazioni sportive preventivo (Daspo) innalzato a sette anni ed esteso a coloro che sono sospettati di aver preso parte a episodi di violenza durante le partite; arresto in flagranza di reato differita da 36 a 48 ore; giudizio per direttissima anche per chi viene trovato in possesso di razzi, bengala e «fuochi» pirotecnici in genere; pene da 5 a 15 anni (anziché da 3 a 15) per chi commette violenza e resistenza a pubblico ufficiale con armi ma anche con il «lancio di corpi contundenti e altri oggetti, compresi gli artifici pirotecnici». Sono queste alcune delle principali misure contenute nella bozza di decreto legge in vista del consiglio dei ministri straordinario di mercoledì.
SETTE ARTICOLI - La bozza del decreto legge è di sette articoli e potrebbe subire modifiche dell'ultima ora. Anche perché - secondo quanto si è appreso - il disegno di legge delega, che dovrebbe contenere ulteriori misure sul funzionamento degli stadi e sull'inasprimento di altre pene, ancora non è pronto: gli uffici tecnici dei ministeri dell'Interno, della Giustizia e dello Sport ci stanno ancora lavorando.
Ecco, in sintesi, cosa prevede la bozza di decreto legge:
PARTITE A PORTE CHIUSE - «Fino all'esecuzione degli interventi strutturali e organizzativi richiesti» per attuare quanto previsto dai decreti Pisanu, le partite di calcio «possono essere svolte esclusivamente a porte chiuse».
STOP A VENDITA BIGLIETTI IN BLOCCO A SQUADRE OSPITI - Le società che organizzano le competizioni non possono più vendere ,«direttamente o indirettamente», alla squadra ospitata, biglietti in blocco. È vietato inoltre «vendere o cedere» alla stessa persona un numero di biglietti superiore a dieci. In caso di violazione si rischia da 10 mila a 150 mila euro di multa. Il divieto è immediato per cui i biglietti ceduti o venduti prima dell'entrata in vigore del decreto «non possono essere utilizzati».
DASPO PREVENTIVO FINO A 7 ANNI - Il divieto di accesso negli stadi viene innalzato fino a sette anni e presuppone non più soltanto l'accertamento di un reato, ma «può essere altresì disposto nei confronti di chi, sulla base di elementi oggettivi (come ad esempio un rapporto di polizia pure su minorenni, ndr), risulta avere tenuto una condotta finalizzata alla partecipazione attiva a episodi di violenza in occasione o a causa di manifestazioni sportive o tali da porre in pericolo la sicurezza pubblica in occasione o a causa delle manifestazioni stesse». Previsto l'obbligo di firma in un comando di polizia durante la partita. Chi viola il 'Daspò rischia da 6 mesi a tre anni di reclusione e una multa fino a 10 mila euro.