Calciopoli Inglese: il Mufc rischia grosso
Inviato: 06 mag 2007, 17:07
MILANO, 6 maggio 2007 - Il Manchester United sotto inchiesta. La rivelazione campeggia oggi su due giornali inglesi: il “Mail on Sunday”, che titola a caratteri cubitali “United Probe”, e sul “News of the World”, che ribatte “Prem to probe United”. Comunque la si legga, il concetto è chiaro: i responsabili della Premier League hanno avviato un’indagine sul club di Sir Alex Ferguson a causa di alcune presunte anomalie nel trasferimento del portiere Tim Howard all’Everton, a cominciare dalla sua sospetta assenza nella gara contro la sua ex squadra una settimana fa. Stando a quanto si sospetta, ci sarebbe stato una sorta di “accordo” fra Manchester ed Everton per non schierare l’americano: se il patto verrà accertato, il Manchester rischia una forte penalizzazione, che potrebbe così mettere in serio pericolo la conquista del titolo (che i Red Devils potrebbero festeggiare già oggi, Chelsea permettendo).
QUELLA "PAPERA" DI HOWARD - Ovviamente, l’inchiesta riguarda anche l’Everton. Breve riepilogo: Howard era stato dato in prestito all’Everton fino alla fine della stagione e, in questo caso, non avrebbe potuto giocare contro il Manchester per regolamento. Ma a febbraio, il prestito è diventato a titolo definitivo per 3 milioni di sterline (quasi 4,4 milioni di euro), quindi l’assenza del portiere dalla sfida del 28 aprile è stata un’autentica sorpresa, soprattutto perchè il suo sciagurato sostituto, Ian Turner, ha commesso quel fatale errore che ha lanciato il Manchester alla vittoria (finì 4-2).
L'INCHIESTA - La notizia dell’indagine è stata confermata dal portavoce della Premier League, Dan Johnson: "Contatteremo con urgenza i due club per capire cos’è successo. Dato che il trasferimento di Howard era diventato permanente, non c’era motivo perché lui non giocasse contro il Manchester United. Del resto, se una clausola del genere fosse stata inserita nel contratto di trasferimento, noi non l’avremmo mai accettata, perché sarebbe stato un chiaro caso di interferenza di terzi". Nei documenti in possesso dei responsabili della Premier si dice chiaramente che il trasferimento del giocatore sarebbe diventato permanente dallo scorso febbraio, facendo così decadere il prestito, ma non è escluso che si tenti di far passare l’idea che il nuovo contratto sarebbe entrato in vigore dal prossimo giugno. Ipotesi probabile, ma tutta da dimostrare. Fra l’altro, all’inizio della settimana, il manager dell’Everton, David Moyes, aveva confermato che il portiere americano era stato lasciato fuori dalla partita su insistenza del Manchester.
LE AMMISSIONI DELL'EVERTON - Non solo. Il portavoce del club, Ian Ross, aveva rivelato che la condizione dello United per far diventare permanente il prestito di Howard sarebbe stata proprio quella di non farlo giocare contro di loro, nel caso in cui il club di Ferguson fosse stato in lotta per il titolo. E questa circostanza, se confermata ulteriormente dalle indagini, potrebbe essere interpretata dalla Premier League come una palese violazione degli articoli U18 e B13 del regolamento: in pratica, ci sarebbero gli estremi per il reato di “interferenza di terzi”, perché il Manchester avrebbe avuto una diretta influenza sulla politica e sulle scelte tecniche dell’Everton. Le due squadre avranno la possibilità di discolparsi e di spiegare le loro ragioni, anche se la scusa di un “gentlemen’s agreement” (accordo fra gentiluomini) che lasciava di fatto l’Everton libero di comportarsi come meglio credeva (e quindi anche di far giocare Howard) potrebbe non soddisfare i capi della Premier. Il rischio è di una penalizzazione in punti che potrebbe avere un peso determinante per il titolo. Ironia della sorte, in caso di conquista del campionato da parte del Manchester, l’Everton guadagnerebbe un extra di 500 mila sterline (oltre 700 mila euro) legato all’accordo per il passaggio di Rooney allo United.
QUELLA "PAPERA" DI HOWARD - Ovviamente, l’inchiesta riguarda anche l’Everton. Breve riepilogo: Howard era stato dato in prestito all’Everton fino alla fine della stagione e, in questo caso, non avrebbe potuto giocare contro il Manchester per regolamento. Ma a febbraio, il prestito è diventato a titolo definitivo per 3 milioni di sterline (quasi 4,4 milioni di euro), quindi l’assenza del portiere dalla sfida del 28 aprile è stata un’autentica sorpresa, soprattutto perchè il suo sciagurato sostituto, Ian Turner, ha commesso quel fatale errore che ha lanciato il Manchester alla vittoria (finì 4-2).
L'INCHIESTA - La notizia dell’indagine è stata confermata dal portavoce della Premier League, Dan Johnson: "Contatteremo con urgenza i due club per capire cos’è successo. Dato che il trasferimento di Howard era diventato permanente, non c’era motivo perché lui non giocasse contro il Manchester United. Del resto, se una clausola del genere fosse stata inserita nel contratto di trasferimento, noi non l’avremmo mai accettata, perché sarebbe stato un chiaro caso di interferenza di terzi". Nei documenti in possesso dei responsabili della Premier si dice chiaramente che il trasferimento del giocatore sarebbe diventato permanente dallo scorso febbraio, facendo così decadere il prestito, ma non è escluso che si tenti di far passare l’idea che il nuovo contratto sarebbe entrato in vigore dal prossimo giugno. Ipotesi probabile, ma tutta da dimostrare. Fra l’altro, all’inizio della settimana, il manager dell’Everton, David Moyes, aveva confermato che il portiere americano era stato lasciato fuori dalla partita su insistenza del Manchester.
LE AMMISSIONI DELL'EVERTON - Non solo. Il portavoce del club, Ian Ross, aveva rivelato che la condizione dello United per far diventare permanente il prestito di Howard sarebbe stata proprio quella di non farlo giocare contro di loro, nel caso in cui il club di Ferguson fosse stato in lotta per il titolo. E questa circostanza, se confermata ulteriormente dalle indagini, potrebbe essere interpretata dalla Premier League come una palese violazione degli articoli U18 e B13 del regolamento: in pratica, ci sarebbero gli estremi per il reato di “interferenza di terzi”, perché il Manchester avrebbe avuto una diretta influenza sulla politica e sulle scelte tecniche dell’Everton. Le due squadre avranno la possibilità di discolparsi e di spiegare le loro ragioni, anche se la scusa di un “gentlemen’s agreement” (accordo fra gentiluomini) che lasciava di fatto l’Everton libero di comportarsi come meglio credeva (e quindi anche di far giocare Howard) potrebbe non soddisfare i capi della Premier. Il rischio è di una penalizzazione in punti che potrebbe avere un peso determinante per il titolo. Ironia della sorte, in caso di conquista del campionato da parte del Manchester, l’Everton guadagnerebbe un extra di 500 mila sterline (oltre 700 mila euro) legato all’accordo per il passaggio di Rooney allo United.