E' finito il primo set a Roma
Inviato: 09 mag 2007, 20:22
ROMA, 9 maggio 2007 - La Roma ha le mani sulla coppa Italia. Batte 6-2 (sì, avete letto bene) l’Inter nella finale d’andata, al termine di una partita bellissima. I giallorossi, trascinati da Taddei e De Rossi - proprio lui, il centrocampista tanto stimato da Mancini, migliore in campo - nobilitano un’ottima stagione, con l’acuto da tenore, quello buono per le grandi occasioni, che finora era mancato. Giovedì prossimo a San Siro, nella gara di ritorno, a meno di un clamoroso harakiri, torneranno ad alzare al cielo un trofeo: l’ultimo entrato nella bacheca giallorossa risale al 2001 (la Supercoppa italiana). L’Inter, che non perdeva in coppa Italia da 28 gare, dal 19 dicembre 2002 (1-2 dal Bari), cade in maniera rovinosa per colpa di un avvio sciagurato e per merito di una grande Roma, l’unica capace di batterla in campionato. I nerazzurri hanno pagato a caro prezzo l’assenza di Ibrahimovic, il giocatore capace di regalare fantasia ad una squadra strapotente. Non è bastato a limitare i danni il solito Crespo, impagabile sottoporta e autore di una doppietta. Ma la cooperativa del gol giallorossa (a segno Totti, la differenza rispetto alla finale dell’anno scorso, De Rossi, Perrotta, Mancini e Panucci, due volte) ha stravinto il confronto.
TRIS ROMA - La partenza della Roma è da sprinter. Lascia senza fiato i suoi tifosi, ma soprattutto manda in apnea l’Inter, stordita da tre gol incassati in 16’. Sembra Roma-Manchester, ma con i giallorossi che recitano il ruolo dei Red Devils. L’1-0 arriva dopo appena 54". Cross da destra di Taddei, Totti appostato a centroarea mette dentro di destro eludendo la chiusura di Stankovic. E’ il primo gol subìto dall’Inter in questa coppa Italia, l’ultimo era stato segnato dal romanista Nonda nella finale di ritorno della passata stagione. La Roma raddoppia subito. Angolo da sinistra, Mexes al volo, sottomisura deviazione vincente (forse il pallone tocca la mano) di De Rossi. Taddei sulla destra imperversa, salta Maxwell in continuazione, regala cross per tutti (Mancini spreca) e si mette pure in proprio, un suo destro è respinto da Toldo. Il terzo centro della banda Spalletti arriva grazie ad una discesa sulla sinistra di Chivu, cross basso in mezzo, Perrotta anticipa Materazzi e mette dentro il 3-0. Sembra la partita perfetta. Quella che Spalletti sognava, o forse non osava neanche farlo. Tutto bello: il gioco, il risultato, la coppa Italia ad un passo.
CRESPO-MANCINI - Troppo bello per essere vero per i giallorossi, e infatti non lo è. Pizarro sbaglia ingenuamente un retropassaggio, ci si avventa Crespo, il solito rapace d’area, che dribbla Doni e segna l’1-3. L’incantesimo sembra spezzato. Viene da ripensare alla rimonta interista in Supercoppa: da 0-3 a 4-3, roba da sballo o da non dormirci la notte, a seconda della prospettiva da cui la si guarda. Mancini cambia: Stankovic passa trequartista, Figo si allarga in fascia. La mossa funziona. L’Inter ora preme, poderosa, possente, sembra tornata l’invincibile (o quasi) armata di campionato. Le due squadre si affrontano con stili diversi: l’Inter sembra il pugile picchiatore, capace di stenderti con un colpo solo, la Roma quello tecnico, che gioca quasi di scherma, sulle punte. Ora sembra poter succedere di tutto. E succcede che su un cross di Panucci (la fascia destra, quella non ombreggiata, sembra l’autostrada del Sole, che collega Roma a Milano, con Panucci e Taddei autotreni inarrestabili) Toldo ribatte corto, Mancini in scivolata mette dentro a porta vuota. L’Olimpico respira. E’ il gol della paura scampata. Totti sfiora la conquina su punizione, fuori di poco. Figo, rinato giocando largo, colpisce un palo. Squadre al riposo sul 4-1. 45’ spettacolari, Roma da applausi.
SECONDO TEMPO - Dopo l’intervallo non rientra in campo Mexes (problema al polpaccio sinistro), dentro Cassetti, che si piazza a sinistra, Chivu centrale. Adriano, che va a sprazzi e tira da ogni posizione, ci prova da lontano, Doni si salva in angolo. Poi altro botta e risposta, a suon di gol. Segna Panucci di testa su angolo di Pizarro, replica il solito Crespo, con la capocciata vincente sul centro da destra di Maicon. La gara è avvincente. Vieira entra ed è il solito carro armato, Totti, sempre pericoloso, sfiora il 6-2 tennistico, da Foro Italico, in diagonale, bravo Toldo a rifugiarsi in corner. Il finale è denso di emozioni: Inter tutta in avanti, con Recoba che ci prova con il destro, ma Roma ancora vicina al gol con Mancini. All’ultimo minuto segna ancora Panucci: è il 6-2. La Roma ipoteca la coppa Italia.
TRIS ROMA - La partenza della Roma è da sprinter. Lascia senza fiato i suoi tifosi, ma soprattutto manda in apnea l’Inter, stordita da tre gol incassati in 16’. Sembra Roma-Manchester, ma con i giallorossi che recitano il ruolo dei Red Devils. L’1-0 arriva dopo appena 54". Cross da destra di Taddei, Totti appostato a centroarea mette dentro di destro eludendo la chiusura di Stankovic. E’ il primo gol subìto dall’Inter in questa coppa Italia, l’ultimo era stato segnato dal romanista Nonda nella finale di ritorno della passata stagione. La Roma raddoppia subito. Angolo da sinistra, Mexes al volo, sottomisura deviazione vincente (forse il pallone tocca la mano) di De Rossi. Taddei sulla destra imperversa, salta Maxwell in continuazione, regala cross per tutti (Mancini spreca) e si mette pure in proprio, un suo destro è respinto da Toldo. Il terzo centro della banda Spalletti arriva grazie ad una discesa sulla sinistra di Chivu, cross basso in mezzo, Perrotta anticipa Materazzi e mette dentro il 3-0. Sembra la partita perfetta. Quella che Spalletti sognava, o forse non osava neanche farlo. Tutto bello: il gioco, il risultato, la coppa Italia ad un passo.
CRESPO-MANCINI - Troppo bello per essere vero per i giallorossi, e infatti non lo è. Pizarro sbaglia ingenuamente un retropassaggio, ci si avventa Crespo, il solito rapace d’area, che dribbla Doni e segna l’1-3. L’incantesimo sembra spezzato. Viene da ripensare alla rimonta interista in Supercoppa: da 0-3 a 4-3, roba da sballo o da non dormirci la notte, a seconda della prospettiva da cui la si guarda. Mancini cambia: Stankovic passa trequartista, Figo si allarga in fascia. La mossa funziona. L’Inter ora preme, poderosa, possente, sembra tornata l’invincibile (o quasi) armata di campionato. Le due squadre si affrontano con stili diversi: l’Inter sembra il pugile picchiatore, capace di stenderti con un colpo solo, la Roma quello tecnico, che gioca quasi di scherma, sulle punte. Ora sembra poter succedere di tutto. E succcede che su un cross di Panucci (la fascia destra, quella non ombreggiata, sembra l’autostrada del Sole, che collega Roma a Milano, con Panucci e Taddei autotreni inarrestabili) Toldo ribatte corto, Mancini in scivolata mette dentro a porta vuota. L’Olimpico respira. E’ il gol della paura scampata. Totti sfiora la conquina su punizione, fuori di poco. Figo, rinato giocando largo, colpisce un palo. Squadre al riposo sul 4-1. 45’ spettacolari, Roma da applausi.
SECONDO TEMPO - Dopo l’intervallo non rientra in campo Mexes (problema al polpaccio sinistro), dentro Cassetti, che si piazza a sinistra, Chivu centrale. Adriano, che va a sprazzi e tira da ogni posizione, ci prova da lontano, Doni si salva in angolo. Poi altro botta e risposta, a suon di gol. Segna Panucci di testa su angolo di Pizarro, replica il solito Crespo, con la capocciata vincente sul centro da destra di Maicon. La gara è avvincente. Vieira entra ed è il solito carro armato, Totti, sempre pericoloso, sfiora il 6-2 tennistico, da Foro Italico, in diagonale, bravo Toldo a rifugiarsi in corner. Il finale è denso di emozioni: Inter tutta in avanti, con Recoba che ci prova con il destro, ma Roma ancora vicina al gol con Mancini. All’ultimo minuto segna ancora Panucci: è il 6-2. La Roma ipoteca la coppa Italia.