Ultimi novanta minuti di fatica per il Milan campione d’Europa; una trasferta, quella di Reggio Calabria, da sempre ostica per i rossoneri, ma la tranquillità della vigilia, servita anche per smaltire la sbornia delle feste nel post Atene, è stata sconvolta dalle affermazioni di Carlo Ancelotti. Il tecnico, rilassato dopo la prestazione canora e il bagno di folla della notte precedente a San Siro, discutendo sul prossimo mercato del Milan, «mi vedrà parte interessata, eccome», ha precisato anche che «tanti giocatori verrebbero ora al Milan, dopo che nella scorsa estate si erano rifiutati di arrivare a causa dei nostri tanti problemi. Uno in particolare, un insospettabilissimo, e se dico chi è scoppia il finimondo, uno al quale ora come ora nessuno penserebbe, s’è fatto avanti». Galeotto è stato un sms di congratulazioni per la vittoria di Atene, complimenti ai quali erano aggiunte anche altre parole: una richiesta bella e buona di trasferirsi in rossonero.
Immediatamente è partita la caccia all’insospettabile anche perché Ancelotti, di fronte ai nomi che gli venivano proposti: Ronaldinho, Shevchenko, Eto’o, Del Piero, perfino Toni, ha subito risposto di no, l’insospettabile insomma non era quello. Ma quando è uscito il nome di Zlatan Ibrahimovic, il tecnico rossonero s’è bloccato, la smorfia della bocca è risultata evidente, è apparso insomma come il bambino preso con le mani nella marmellata e ha chiuso subito l’argomento: «Lasciamo perdere e pensiamo a qualcos’altro».
Una bomba, insomma; a Ibra nel Milan, dopo aver vinto lo scudetto con l’Inter, nessuno avrebbe mai pensato, anche se nello scorso luglio lo svedese s’era già accordato col club di via Turati, salvo poi saltare all’ultimo minuto sull’altra sponda del Naviglio. E non solo, perché voci maligne dicono che il procuratore di Ibrahimovic, Pino Raiola, abbia già tentato un approccio con i dirigenti rossoneri per capire se una simile operazione fosse fattibile.
Fantacalcio, forse sì, ma sotto sotto qualcosa bolle, in particolare dopo le recenti dichiarazioni del numero otto nerazzurro che hanno molto infastidito l’Inter: la sua attestazione d’affetto per Luciano Moggi e la richiesta di portare l’ingaggio da 5,5 milioni a 10, proprio come Ronaldinho («Lui è determinante per il Barcellona, io ho fatto vincere uno scudetto all’Inter», la motivazione di Ibra). Massimo Moratti se l’è presa, stava per dire sì alla multa di 50.000 euro (il massimo consentito dai regolamenti), ma poi in lui è prevalso, come spesso in passato, il buon pater familias che tutto perdona ai figli scavezzacolli.