La Supercoppa è della Roma
Inviato: 20 ago 2007, 00:36
MILANO, 19 agosto 2007 - Si ricomincia dai titoli di coda dell’ultima annata. Dalla Roma, che aveva alzato la coppa Italia il 17 maggio, e che nello stesso stadio conquista la seconda Supercoppa della sua storia dopo quella del 2001 grazie a un rigore di De Rossi al 32’ del secondo tempo. Episodio chiave di una sfida che non ha deluso, come sempre quando si affrontano Mancini e Spalletti.
ROMA AGILE - Con Chivu a sinistra dall’inizio, anche le gerarchie della difesa nerazzurra, dopo quelle dell’attacco, cominciano a delinearsi chiaramente. Spalletti vorrebbe partire con la squadra migliore ma non può: Juan è fuori causa, Perrotta e Mancini sono buoni per la panchina e a Totti farebbe bene riposare se non fosse per quel trofeo da alzare a San Siro tre mesi e due giorni dopo il successo di metà maggio. Eppure la squadra in salute sembra quella di Panucci e Mexes, che controllano a vista le due punte di Mancini mentre dalla parte opposta Giuly e Vucinic fanno faville con due palle gol nel primo quarto d’ora.
DI PRIMA - Proprio la presenza del montenegrino, cui spetta il lavoro sporco (sostegno e copertura in zona-Vieira) non cambia l caratteristiche del modulo giallorosso: Totti, accompagnato nel fraseggio da Giuly, è la solita calamita che attira ogni pallone giocato da Aquilani e De Rossi. Una soluzione efficace nel primo tempo, con il francese che arriva a un passo dall’1-0. Davanti l’Inter fatica: Ibrahimovic si muove poco e male, e nemmeno i collegamenti tra Stankovic e Suazo risultano fluidi. Manca velocità, tant’è vero che negli unici scambi di prima tra l’honduregno e Ibrahimovic (al 37’) e tra Stankovic e lo svedese (45’) per poco non ci scappa il gol.
SPETTACOLO - Il primo tempo si spegne tra i fischi della curva romanista a Chivu e un battibecco tra De Rossi e Vucinic che tradisce una tensione ingiustificata nel gruppo giallorosso. Fortunatamente a inizio ripresa c’è spazio solo per lo spettacolo: Suazo, ingestibile quando accelera, prova a dare uno scossone alla difesa giallorossa. Poi, quando Giuly manda in curva un’altra palla d’oro sfornata da Totti, Mancini abbandona la prudenza e inserisce Figo arretrando Stankovic al posto di Dacourt. L’Inter guadagna spazi e la partita si fa ancora più gradevole: dopo un contatto dubbio Cordoba-De Rossi a due passi da Julio Cesar, Suazo fa sfiorire l’assist di Burdisso graziando Doni. Fosse un’amichevole estiva uno 0-0 così ricco di emozioni basterebbe. Ma per assegnare la Supercoppa serve una svolta. Figo ci prova (dopo un mani sospetto in area che provoca indirettamente l’espulsione di Perrotta, pronto a entrare al posto di Taddei) ma si perde sul più bello, favorendo l’uscita di Doni.
DI RIGORE - La svolta arriva, ma per la Roma, a 13 minuti dalla fine: Burdisso abbocca alle finte di Totti e commette un fallo evitabile, sbarrando la strada al capitano della Roma che poi lascia a De Rossi la trasformazione dal dischetto. Sotto choc, l’Inter rischia di incassare il secondo colpo da Vucinic. Ma sarebbe stata una punizione troppo severa.
ROMA AGILE - Con Chivu a sinistra dall’inizio, anche le gerarchie della difesa nerazzurra, dopo quelle dell’attacco, cominciano a delinearsi chiaramente. Spalletti vorrebbe partire con la squadra migliore ma non può: Juan è fuori causa, Perrotta e Mancini sono buoni per la panchina e a Totti farebbe bene riposare se non fosse per quel trofeo da alzare a San Siro tre mesi e due giorni dopo il successo di metà maggio. Eppure la squadra in salute sembra quella di Panucci e Mexes, che controllano a vista le due punte di Mancini mentre dalla parte opposta Giuly e Vucinic fanno faville con due palle gol nel primo quarto d’ora.
DI PRIMA - Proprio la presenza del montenegrino, cui spetta il lavoro sporco (sostegno e copertura in zona-Vieira) non cambia l caratteristiche del modulo giallorosso: Totti, accompagnato nel fraseggio da Giuly, è la solita calamita che attira ogni pallone giocato da Aquilani e De Rossi. Una soluzione efficace nel primo tempo, con il francese che arriva a un passo dall’1-0. Davanti l’Inter fatica: Ibrahimovic si muove poco e male, e nemmeno i collegamenti tra Stankovic e Suazo risultano fluidi. Manca velocità, tant’è vero che negli unici scambi di prima tra l’honduregno e Ibrahimovic (al 37’) e tra Stankovic e lo svedese (45’) per poco non ci scappa il gol.
SPETTACOLO - Il primo tempo si spegne tra i fischi della curva romanista a Chivu e un battibecco tra De Rossi e Vucinic che tradisce una tensione ingiustificata nel gruppo giallorosso. Fortunatamente a inizio ripresa c’è spazio solo per lo spettacolo: Suazo, ingestibile quando accelera, prova a dare uno scossone alla difesa giallorossa. Poi, quando Giuly manda in curva un’altra palla d’oro sfornata da Totti, Mancini abbandona la prudenza e inserisce Figo arretrando Stankovic al posto di Dacourt. L’Inter guadagna spazi e la partita si fa ancora più gradevole: dopo un contatto dubbio Cordoba-De Rossi a due passi da Julio Cesar, Suazo fa sfiorire l’assist di Burdisso graziando Doni. Fosse un’amichevole estiva uno 0-0 così ricco di emozioni basterebbe. Ma per assegnare la Supercoppa serve una svolta. Figo ci prova (dopo un mani sospetto in area che provoca indirettamente l’espulsione di Perrotta, pronto a entrare al posto di Taddei) ma si perde sul più bello, favorendo l’uscita di Doni.
DI RIGORE - La svolta arriva, ma per la Roma, a 13 minuti dalla fine: Burdisso abbocca alle finte di Totti e commette un fallo evitabile, sbarrando la strada al capitano della Roma che poi lascia a De Rossi la trasformazione dal dischetto. Sotto choc, l’Inter rischia di incassare il secondo colpo da Vucinic. Ma sarebbe stata una punizione troppo severa.