L'uragano Calciopoli sembra avere scosso un edificio già pericolante, lasciandolo però in piedi: traballante, ma ancora affollatissimo, e sempre più litigioso. Oggi come ieri, la credibilità del sistema-calcio rimane bassissima, nel giudizio degli italiani, ma quasi una persona su due continua a dichiararsi tifosa. La Juventus rimane la squadra più amata e, al tempo stesso, la più odiata, ma è insidiata dall'Inter nella graduatoria del "tifo contro". Cresce, in particolare, la rivalità fra bianconeri e nerazzurri, accompagnata da reciproche accuse. Mentre sta per alzarsi nuovamente il sipario sul campionato, un sondaggio di Demos scatta, per la Repubblica, una fotografia del tifo italiano.
La stagione 2007-08 doveva segnare ritorno "alla normalità", ma anche il nuovo rilancio del calcio italiano. Invece la "seconda Repubblica" del pallone, nell'opinione degli italiani, non risulta molto diversa dalla prima: ai loro occhi il calcio appare ancora alle prese con i problemi "di sempre". La questione sicurezza, innanzitutto, che già in vista della prima giornata ha richiesto l'adozione di speciali misure restrittive. Del resto, ben otto persone su dieci (83%, quattro punti in più rispetto al 2005) ritengono rischioso frequentare gli stadi, a causa della violenza.
L'audience del calcio rimane tuttavia molto ampia, sebbene si tratti, perlopiù, di un pubblico "da salotto". Il 46% degli intervistati si è detto tifoso di una squadra: un dato rimasto stabile - anzi, leggermente cresciuto - negli ultimi due anni. Le punte più elevate, per quanto riguarda la passione calcistica, vengono raggiunte fra gli uomini e nelle classi d'età giovanili.
Molto simile al passato risulta anche la classifica del tifo, che vede ancora in testa le grandi del Nord: la Juventus, in leggero calo dal 32 al 28%, rimane al primo posto, seguita dal Milan (23%) e dall'Inter (16%). Entrambe le milanesi, in virtù dei recenti successi (italiani ed internazionali), vedono crescere i propri supporter. A completare il gruppo dei club con maggiore seguito troviamo Napoli (9%), Roma (7%) e Lazio (3%), i cui simpatizzanti si concentrano nelle Regioni del Centro-Sud.
Gli eventi dell'ultimo anno non sembrano avere rivoluzionato la geografia del tifo. La stessa immagine del calcio non ha subito significativi cambiamenti: anche perché, già prima di Calciopoli, era ampiamente deteriorata. L'88% degli intervistati pensa che il calcio sia "poco credibile, perché al centro di troppi interessi", ma già nel 2005 lo stesso giudizio accomunava otto persone su dieci. Senza metterle d'accordo, visto che ognuno tende ad attribuire "agli altri", agli avversari, tutti i vizi del sistema. In particolare, dal 2005, sono cresciute vistosamente le critiche fra i tifosi delle squadre maggiormente colpite dalla giustizia sportiva.
Le vicende dell'ultimo anno, in particolare, sembrano avere rinsaldato l'identità rossonera e, ancor più, quella bianconera. Del resto, molto spesso i sentimenti di appartenenza (non solo calcistica) si rafforzano nei momenti di difficoltà. La tifoseria della Vecchia Signora è, tradizionalmente, la più trasversale, dal punto di vista territoriale e demografico, quella che maggiormente si avvicina alla "media sociale". Ma se tale caratteristica, in passato, si associava ad un tifo più "tiepido" - proprio perché "diluito" su un ampio settore della popolazione - oggi i tifosi bianconeri appaiono molto più "militanti", e decisamente più "arrabbiati".
In particolare, cresce vistosamente la rivalità con l'Inter. Il 27% del popolo bianconero - contro il 7% del 2005 - rivolge le proprie antipatie verso la squadra di Moratti, mentre si è ridimensionato il fronte antimilanista. Le stesse dinamiche riguardano, anche se in misura minore, i tifosi rossoneri, che negli ultimi due anni hanno attenuato la rivalità con gli juventini, spostando le proprie antipatie verso i cugini milanesi.
L'Inter tende così a diventare, più che in passato, bersaglio delle critiche e dei sospetti, tanto che, nella classifica delle squadre più "antipatiche", segue da vicino la Juve: i bianconeri raccolgono il 10% del "tifo contro", i nerazzurri il 7% (contro il 3% di due anni fa). Paradossalmente, oltre alle penalizzazioni e alla ri-assegnazione degli scudetti, il principale effetto di Calciopoli sembra essere stato quello di riaccendere la passione, ma anche di alimentare le rivalità e i reciproci sospetti. In attesa che, da domani, i verdetti tornino ad essere forniti dal rettangolo di gioco. Per i pochi che ancora ci credono.
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