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Gardini nella Hall of Fame

MessaggioInviato: 09 ott 2007, 14:05
di Aragorn
MILANO, 9 ottobre 2007 - Giovedì nella Hall of Fame, la galleria degli immortali di Holyoke, Massachusetts, entra il primo giocatore italiano: Andrea Gardini. Prima di lui solo Julio Velasco.
Emozionato?
"Molto. Quando me lo hanno comunicato a dire il vero ho pensato che nei musei ci mettono i morti. Ma so quel che significa, e ora che il momento si avvicina sono orgoglioso. In questi giorni avrei dovuto essere all’Europeo Veterans. Partecipare era stata un’idea mia e di Babini, quindi quando è arrivata la chiamata da Holyoke mi sono posto il dubbio. I ragazzi mi hanno detto "sei matto se non vai". Credo sia chiaro anche a loro che è un riconoscimento per tutta la nostra Nazionale, come quando premiarono Bernardi giocatore del secolo".
Nelle Hall of Fame di baseball e basket per ogni giocatore c’è una targa con le motivazioni della sua scelta. Cosa vorrebbe ci fosse scritto sulla sua?
"Che sono stato tenace. Che ho saputo soffrire e ho avuto spirito di sacrificio. Non c’è stato uno dei successi ottenuti che non sia stato difficile".
In quella targa i giocatori di baseball scelgono con quale cappello essere rappresentati...
"Io vorrei la maglia dell’Italia. O se devo scegliere un club dico Messaggero Ravenna. Perché lì ho vinto il primo scudetto, a casa mia. E’ un ricordo ancora molto forte".
E se dovesse scegliere un’immagine, un solo momento?
"In piedi sul seggiolone a Rio de Janeiro, il primo Mondiale vinto. E’ stato un momento di follia, una cosa insolita per me. Eppure è lì, più ancora che all’Europeo di Stoccolma ’89, che è cominciato tutto".
Gardini e non Bernardi, Zorzi o Giani che sono spesso stati presi a simbolo della Generazione di Fenomeni. Finalmente?
"Con un po’ di vanità dico che mi fa piacere. In realtà non ho mai sofferto che Zorro o Lollo fossero più intervistati di me. Non che lo ritenessi sempre giusto, ma non mi sono mai sfogato su questo. Perché non fa parte della mia natura. E comunque accettare i ruoli, riconoscere l’importanza di tutti erano punti di forza del nostro gruppo".
Anche quando le cose non sembravano giuste...
"Con tutte quelle personalità così forti gli scontri c’erano, eccome. Ma da me non uscirà mai nessun aneddoto. Posso solo raccontare qualcosa che mi riguarda direttamente e di cui sono più colpevole di altri. Io torturavo il povero Tofoli: non c’era mai un’alzata che andava bene. Paolino ha la pazienza di un santo. Raramente sbottava: una volta, a una Savin Cup, credo non mi abbia dato palla per tutto il torneo. Ovviamente c’erano anche scontri più seri: ma su tutto dominava una lealtà di fondo. La consapevolezza che avevamo una causa comune".
Nel discorso che farà a Holyoke ci sarà spazio anche per un rimpianto?
"Sinceramente non so ancora cosa dirò col mio inglese maccheronico. I rimpianti ci sono stati: l’Olimpiade soprattutto. Quella di Barcellona, più di quella di Atlanta. L’immagine di noi a mezzogiorno e mezzo, dopo la sconfitta nei quarti, seduti a pensare che l’Olimpiade era finita , è stata un’angoscia terrificante. Ci ho messo un anno a farmela passare. Fin tanto che ho giocato, di volta in volta mi sono arrabbiato per scudetti e coppe che avrei potuto vincere e non ho vinto. Solo quando ho smesso ho guardato le cose più serenamente. E ho pensato che va tutto bene così".

Re: Gardini nella Hall of Fame

MessaggioInviato: 09 ott 2007, 17:55
di yuzzu
bè allora complimenti a Gardini! :D