AI ritratto dello sfortunato tifoso laziale ucciso domenica all'autogrill di Badia al pino manca una tessera. Un elemento fondamentale su cui preferiremmo tacere, specie nel giorno del suo funerale. Ma che la complessità del dibattito e la completezza dell'informazione impongono di non oscurare, come accaduto sulla quasi totalità dei grandi media.
Era il gennaio del 2002 quando il ventitreenne Gabriele Sandri fu fermato dalla polizia davanti allo stadio di San Siro assieme ad altri ultràs laziali, prima dell'inizio dell'incontro di Coppa Italia Milan Lazio. Il gruppo si era appena rifornito in un negozio di ferramenta di coltelli, martelli e cacciavitì. L'insolito shopping pre-partita non passò inosservato, e la polizia li attese al loro arrivo in taxi davanti allo stadio. Con una mossa repentina, i ragazzi riuscirono però a disfarsi in tutta fretta degli oggetti Scriminati, che gli agenti trovarono dunque in terra invece che a bordo o indosso ai proprietari. Tuttavia furono portati in questura, Sandri compreso. Gabriele al processo venne poi assolto, complice lo stratagemma di cui sopra. Ma gli fu comunque
comminato per un certo periodo un Daspo (il divieto di accedere alle manifestazioni sportive con obbligo di firma). Inutile ribadire che l'episodio non giustifica in alcun modo l'assurda e spropositata uccisione del giovane.
Eppure, proprio dall'immagine di tifoso «tranquillo e pulito, che non aveva mai ricevuto il Daspo e non aveva mai fatto nulla di male», testimoniata ai giornalisti dal suo compagno di trasferta Francesco e dai tanti fan di "Dj Gabbo", ha tratto ulteriore alimento la rabbia dei facinorosi contro le forze dell'ordine. Fino a trasformare la povera vittima nell'angelico emblema del tifo "buono". Una sorta di modello da emulare, anche nelle parole del Presidente della Repubblica. Dimenticando forse troppo presto che lo stesso giorno della tragedia Sandri si era trovato coinvolto, insieme ai suoi compagni di curva secondo indiscrezioni armati di coltelli (e ora indagati per lesioni), nella classica rissa da bar "nata da uno sguardo storto" tra tifosi di opposte sponde. E infatti anche stavolta le lame sono state puntualmente ritrovate, accanto a qualche biglia di ferro, nei cestini dell'Autogrill aretino.
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