Quando la rovesciata vale molto più di un gol
Inviato: 28 nov 2007, 14:43
A Buenos Aires è nato un calcio di strada per sfuggire alla violenza dove la giocata spettacolare è più premiata di una rete. E se non ci sono ragazze in squadra la partita non comincia
PARIGI (Fra), 28 novembre 2007 - Un gol vale meno della giocata spettacolare. E se non ci sono ragazze in squadra, non si gioca. Queste le regole base del “futbal callejero”, calcio di strada, nato a Buenos Aires per sfuggire alla violenza della favelas.
RISPETTO – Nato una decina di anni fa nel quartiere di Chaco Chico, il calcio callejero è ormai lo sport di riferimento per migliaia di ragazzini che sognano di diventare i nuovi Messi. Ma per giocare bisogna aderire allo spirito di una disciplina che si basa su tre parole d’ordine: divertimento, rispetto, educazione.
VIOLENZA – “Ci siamo rapidamente resi conto – racconta all’Equipe uno dei fondatori, Maxie Pelayer, oggi 25enne, alla guida del club Defensores del Chaco – che le regole del calcio non potevano andare bene. Le partite erano molto violente. Così, in caso di insulti, abbiamo imposto cartellini blu, sinonimo di espulsione temporanea, e penalizzazione di un punto alla squadra. Ma le regole sono evolutive”.
RAGAZZE – Non ci sono arbitri, nel calcio di strada. Prima della partita, quindi, gli sfidanti stabiliscono limiti del campo da segnare con il gesso sull’asfalto, e regole di gioco. Norma inderogabile, la presenza di ragazze in squadra.
CONTEGGI - E poi a fine partita si fanno i conti, insieme a un mediatore. E si premia il bel gioco, l’estetica del gesto, lo spettacolo. Un gol vale dieci punti, ma la giocata ad effetto, 15. Lo spirito di squadra ha un valore reale: dieci punti, quanto un gol di testa o in rovesciata. Ma se a segnare è una ragazza, tutto vale doppio. Questa settimana ad Asunciòn, si gioca il campionato del Sud America. Tutti per strada ad ammirare il calcio allo stato puro.
PARIGI (Fra), 28 novembre 2007 - Un gol vale meno della giocata spettacolare. E se non ci sono ragazze in squadra, non si gioca. Queste le regole base del “futbal callejero”, calcio di strada, nato a Buenos Aires per sfuggire alla violenza della favelas.
RISPETTO – Nato una decina di anni fa nel quartiere di Chaco Chico, il calcio callejero è ormai lo sport di riferimento per migliaia di ragazzini che sognano di diventare i nuovi Messi. Ma per giocare bisogna aderire allo spirito di una disciplina che si basa su tre parole d’ordine: divertimento, rispetto, educazione.
VIOLENZA – “Ci siamo rapidamente resi conto – racconta all’Equipe uno dei fondatori, Maxie Pelayer, oggi 25enne, alla guida del club Defensores del Chaco – che le regole del calcio non potevano andare bene. Le partite erano molto violente. Così, in caso di insulti, abbiamo imposto cartellini blu, sinonimo di espulsione temporanea, e penalizzazione di un punto alla squadra. Ma le regole sono evolutive”.
RAGAZZE – Non ci sono arbitri, nel calcio di strada. Prima della partita, quindi, gli sfidanti stabiliscono limiti del campo da segnare con il gesso sull’asfalto, e regole di gioco. Norma inderogabile, la presenza di ragazze in squadra.
CONTEGGI - E poi a fine partita si fanno i conti, insieme a un mediatore. E si premia il bel gioco, l’estetica del gesto, lo spettacolo. Un gol vale dieci punti, ma la giocata ad effetto, 15. Lo spirito di squadra ha un valore reale: dieci punti, quanto un gol di testa o in rovesciata. Ma se a segnare è una ragazza, tutto vale doppio. Questa settimana ad Asunciòn, si gioca il campionato del Sud America. Tutti per strada ad ammirare il calcio allo stato puro.