di Aragorn il 08 gen 2008, 14:48
I due piloti a Madonna di Campiglio parlano della nuova stagione iridata
Melandri: «In Ducati non sarò lo scudiero di Stoner»
«Se non credessi nelle mie possibilità non sarei qui». Il campione del Mondo: «Io e Marco lavoreremo insieme»
MADONNA DI CAMPIGLIO – Naturale che un pilota, che arriva fresco fresco nel team campione del mondo, aspiri nel campionato MotoGp a qualcosa di ben più solido di una partecipazione da "scudiero" dell’iridato Casey Stoner. Tuttavia, Marco Meandri che sostituirà («io preferisco non usare il verbo sostituire ma arrivare al posto di..») Loris Capirossi passato alla Suzuki, non se la sente di innescare una qualsiasi polemica con il fenomenale centauro australiano. Melandri, a 25 anni, è un ragazzo intelligente e navigato, sa perfettamente come ci si deve comportare per entrare nelle grazie di un team (ricordiamo che il gruppo Bonomi ha rilevato la Ducati dagli americani) ed eventualmente soddisfare un’attesa che dura da 33 anni, dai tempi del binomio Agostini-MvAgusta, per vedere una doppietta iridata con pilota e moto italiani. Insomma, nell’anno della grande occasione, Marco resta con i piedi per terra, senza peraltro rinunciare alle chances che potrà avere durante il campionato. «Sono orgoglioso – confessa in occasione della presentazione della stagione a Madonna di Campiglio, per la prima volta in divisa Ducati, dopo i test di Valencia e Jerez - di far parte di questo progetto. Mi sento invidiato da tutti i motociclisti. E se non credessi nelle mie possibilità non sarei qui. È bellissimo. Sono stato sempre tifoso della Ducati e oggi arrivo in squadra al momento giusto. Ma già dal 2002, quando vidi per la prima volta la Ducati sognavo di guidarla. Ma capii che non ero pronto, visto che non avevo mai guidato una quattro tempi neppure stradale, e che avrei voluto vederla crescere nelle mani di un altro pilota. Ora è un sogno realizzato».
Ha accettato di essere numero 2?
«La Ducati non fa differenze. In questo team non ci sono numeri 1 e numeri 2. Ma Casey Stoner ha vinto con questa moto il Mondiale e dunque mi aspetto di essere il n.2. Io sono nuovo e sarebbe stupido pensare di arrivare nella squadra del campione del mondo e di essere il n.1 Ma io sono qua per crescere, imparare, conoscere la squadra e le persone. Prima devo adattarmi alla guida, capire le sensazioni. Quando l'avrò fatto chiederò a Casey consigli e cercherò di imparare i punti dove lui è meglio di me».
Casey Stoner, campione del mondo, si era presentato a Campiglio nel 2007 come pilota debuttante della Ducati: un crescendo straordinario, quello del pilota australiano, fino al titolo. Chiaro che sarà il capitano della squadra, non avrà problemi di primogenitura: l’unica cosa che non ha ancora deciso è se prendere il N.1 che spetta al titolare dell’iride, oppure tenersi il 27, numero storico nel motorismo internazionale. Comunque di una cosa è certo, Casey: che nel 2008 cambierà poco, anche se Valentino sarà certamente forte e se , probabilmente, proprio Marco Meandri sarà l’avversario più pericoloso.
STONER: «IO CORRO CONTRO TUTTI» - «L’avvio nel 2007 non fu propriamente facile – ammette Stoner -, solo dopo acquisimmo velocità e sicurezza. Questa volta le cose dovrebbero migliorare, visto che guido la stessa moto per il secondo anno consecutivo e sono nella stessa squadra».
Quali modifiche ha chiesto alla Ducati rispetto al 2007?
«Piccole cose, soprattutto nel controllo motore e controllo della moto. A parte ciò, sono felice del mezzo meccanico, il pacchetto è già buono adesso. Quanto al campionato, non sappiamo ancora dove starà la vera forza, l’anno scorso nessuno si aspettava le nostre performances. Valentino Rossi è veloce, senza gli incidenti capitatigli l’anno scorso ci sarebbe stato molto più vicino».
La rende nervoso avere al fianco un compagno veloce e sapere che gli avversari stanno recuperando?
«Io devo solo pensare a noi, con Melandri saremo in due a risolvere problemi analoghi. Continueremo a occuparci delle nostre gomme, per esempio. Quanto agli altri, non mi sembra che nei primi test sia successo qualcosa di speciale. Devo aggiungere che sono inserito in un team favoloso, quando arrivai mi trattarono subito nello stesso modo con cui mi trattarono dopo la vittoria finale. Questo è importante perché se è vero che in pista sono io a dover correre è altrettanto vero che, prima, occorre che ci sia una squadra. E senza squadra non avremmo vinto i titoli. Comunque, io corro contro tutti e se Marco sarà più veloce di me io sarò felice per lui e per la Ducati. Dalle esperienze fatte, Melandri meriterebbe qualcosa di importante».
In F1 è stata tolta l’elettronica, nella Moto GP ancora aiuta?
«Alla fine bisogna guardare sempre la moto. L’elettronica aiuta se fai un errore. Non c’è nulla che ti impedisca di scivolare sull’anteriore o sul posteriore: il pilota, perciò, deve adeguarsi all’elettronica, al traction control».
Ha voglia di provare una formula 1, lo chiederà alla Ferrari?
«Sono sincero: non penso di essere pronto per guidare una monoposto. Meglio qualche Gt di Maranello, prima». Campione anche di modestia, questo Casey Stoner.
Nestore Morosini
«Non tutto quel ch'è oro brilla,
Né gli erranti sono perduti;
Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza,
le radici profonde non gelano.
Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
L'ombra sprigionerà una scintilla;
Nuova sarà la lama ora rotta,
E re quei ch'è senza corona.»