Maroni: «Dirigenti di serie "A" istigano alla violenza»
Inviato: 16 set 2008, 13:35
«Mi aspetterei che il giudice sportivo, la Lega o la Figc prendessero immediate decisioni in merito»
ROMA - Le parole dell'amministratore delegato del Catania, Piero Lo Monaco, nei confronti dell'allenatore del'Inter, Mourinho, sono «un'istigazione alla violenza» e per questo il mondo del calcio deve intervenire. Lo ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni, intervenendo all'inaugurazione del primo campionato di calcio dei Vigili del fuoco dedicato alla memoria dell'ex comandante Giorgio Mazzini. «Sono francamente stupito delle dichiarazioni di alcuni dirigenti di serie A - dice Maroni - che sembrano proprio un'istigazione alla violenza. Non ho titolo per intervenire, ma quando un dirigente dice di un'allenatore della squadra avversaria che bisognerebbe bastonarlo sui denti, io mi aspetterei che il giudice sportivo o la Lega calcio o la Figc prendessero immediate decisioni in merito». Per il ministro dell'Interno quello dell'Ad del Catania «è la cosa peggiore che si può fare: se un dirigente di una squadra incita alla violenza, anche solo metaforicamente, poi io non mi stupisco se qualche tifoso esagitato mette in atto compartimenti violenti». «Bisogna - conclude Maroni - evitare queste espressioni».
MISURE ANTIVIOLENZA STANNO FUNZIONANDO - In generale, poi, ha detto che ci sono «buone notizie» sul fronte della violenza negli stadi. «Le decisioni che abbiamo preso funzionano al di là delle critiche che ci sono state fatte», ha aggiunto il titolare del Viminale con riferimento al giro di vite che si è avuto all’inizio del Campionato dopo gli incidenti causati dalla tifoseria ultrà del Napoli. «Mi accorgo che in Italia - ha continuato Maroni - tutti sono allenatori della Nazionale e moltissimi sono anche ministri dell’Interno: vogliono dire e fare cosa serve salvo poi lamentarsi se le cose non vanno. Abbiamo preso decisioni anche forti che hanno suscitato qualche reazione anche da parte dei sindaci. Francamente - ha proseguito Maroni - io faccio fatica a capire come uno possa lamentarsi della violenza e poi delle misure che servono a prevenirla». Maroni, non lascia spazio a dubbi e ribadisce: «Io non ci sento da questo orecchio. Le decisioni che abbiamo preso rimarranno. Mi riferisco in particolare alle partite di domenica prossima».
INTRANSIGENZA E RIGORE - Infine parlando di prevenzione della violenza negli stadi il ministro dell'Interno ha assicurato: «Continueremo sulla linea dell'intransigenza e del rigore». E per quanto riguarda le celle negli stadi? «L'ho letta sui giornali, non è all'ordine del giorno». Così chiude sull'idea del presidente della Lega, Antonio Matarrese, di dotare gli impianti sportivi di celle per i tifosi violenti.
BIS LO MONACO SU MOURINHO - Prima delle parole di Maroni l'amministratore delegato del Catania, Pietro Lo Monaco, è tornato a ravvivare il botta e risposta a distanza con il tecnico dell'Inter, che ieri aveva replicato alle dichiarazioni del dirigente etneo dicendo di «non conoscerlo», attraverso una nota: «Mourinho deve assolutamente vincere, pena un mesto ritorno al suo Paese» e quindi «tra qualche mese sapremo» ma «non credo che il calcio italiano, senza di lui, perderà granchè. La prima pagina dei giornali - afferma il dirigente siciliano - certo non mi interessa. Non la cerco ed ho conquistato tutto quello che ho raggiunto con il lavoro mio e dei miei uomini, gestendo con oculatezza assoluta quanto permetteva il portafoglio dei miei presidenti, certo meno gonfio di quello dei suoi, senza badare alle luci dei riflettori». «Che vergogna - aggiunge Lo Monaco - ostentare il fatto che lui guadagna anche con la pubblicità e sbattere ciò in faccia a me, ai catanesi e a tutti i piccoli che certamente identifica tutti insieme con la sua insopportabile aria di superiorità e con il suo disgustoso disprezzo. Inoltre mi chiamo Lo Monaco, non Monaco semplicemente. Sono certo che, d'ora in poi, se ne ricorderà in maniera nitida». «L'Inter, e lo dico con vera convinzione - osserva l'ad del Catania - ha l'organico più forte d'Europa. Peccato abbia dimostrato di avere anche l'allenatore più chiacchierone del Continente. La sua squadra, fino a prova contraria, ha vinto contro di noi grazie a due autoreti: incredibile la carambola della prima, mai dimostrata la validità della seconda. Immaginate, a porte invertite, se avessero dato per buono il secondo gol (autogol) al Catania? Per favore, siamo seri, Mourinho! Quello che ho detto a commento della gara lo confermo tutto - conclude Lo Monaco - l'equità dell'espulsione di Muntari, la nostra sudditanza psicologica e probabilmente quella di qualcun altro, il fatto che lei deve assolutamente vincere, pena un mesto ritorno al suo Paese. Tra qualche mese sapremo. Non credo che il calcio italiano, senza di lei, perda granchè...».
16 settembre 2008
ROMA - Le parole dell'amministratore delegato del Catania, Piero Lo Monaco, nei confronti dell'allenatore del'Inter, Mourinho, sono «un'istigazione alla violenza» e per questo il mondo del calcio deve intervenire. Lo ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni, intervenendo all'inaugurazione del primo campionato di calcio dei Vigili del fuoco dedicato alla memoria dell'ex comandante Giorgio Mazzini. «Sono francamente stupito delle dichiarazioni di alcuni dirigenti di serie A - dice Maroni - che sembrano proprio un'istigazione alla violenza. Non ho titolo per intervenire, ma quando un dirigente dice di un'allenatore della squadra avversaria che bisognerebbe bastonarlo sui denti, io mi aspetterei che il giudice sportivo o la Lega calcio o la Figc prendessero immediate decisioni in merito». Per il ministro dell'Interno quello dell'Ad del Catania «è la cosa peggiore che si può fare: se un dirigente di una squadra incita alla violenza, anche solo metaforicamente, poi io non mi stupisco se qualche tifoso esagitato mette in atto compartimenti violenti». «Bisogna - conclude Maroni - evitare queste espressioni».
MISURE ANTIVIOLENZA STANNO FUNZIONANDO - In generale, poi, ha detto che ci sono «buone notizie» sul fronte della violenza negli stadi. «Le decisioni che abbiamo preso funzionano al di là delle critiche che ci sono state fatte», ha aggiunto il titolare del Viminale con riferimento al giro di vite che si è avuto all’inizio del Campionato dopo gli incidenti causati dalla tifoseria ultrà del Napoli. «Mi accorgo che in Italia - ha continuato Maroni - tutti sono allenatori della Nazionale e moltissimi sono anche ministri dell’Interno: vogliono dire e fare cosa serve salvo poi lamentarsi se le cose non vanno. Abbiamo preso decisioni anche forti che hanno suscitato qualche reazione anche da parte dei sindaci. Francamente - ha proseguito Maroni - io faccio fatica a capire come uno possa lamentarsi della violenza e poi delle misure che servono a prevenirla». Maroni, non lascia spazio a dubbi e ribadisce: «Io non ci sento da questo orecchio. Le decisioni che abbiamo preso rimarranno. Mi riferisco in particolare alle partite di domenica prossima».
INTRANSIGENZA E RIGORE - Infine parlando di prevenzione della violenza negli stadi il ministro dell'Interno ha assicurato: «Continueremo sulla linea dell'intransigenza e del rigore». E per quanto riguarda le celle negli stadi? «L'ho letta sui giornali, non è all'ordine del giorno». Così chiude sull'idea del presidente della Lega, Antonio Matarrese, di dotare gli impianti sportivi di celle per i tifosi violenti.
BIS LO MONACO SU MOURINHO - Prima delle parole di Maroni l'amministratore delegato del Catania, Pietro Lo Monaco, è tornato a ravvivare il botta e risposta a distanza con il tecnico dell'Inter, che ieri aveva replicato alle dichiarazioni del dirigente etneo dicendo di «non conoscerlo», attraverso una nota: «Mourinho deve assolutamente vincere, pena un mesto ritorno al suo Paese» e quindi «tra qualche mese sapremo» ma «non credo che il calcio italiano, senza di lui, perderà granchè. La prima pagina dei giornali - afferma il dirigente siciliano - certo non mi interessa. Non la cerco ed ho conquistato tutto quello che ho raggiunto con il lavoro mio e dei miei uomini, gestendo con oculatezza assoluta quanto permetteva il portafoglio dei miei presidenti, certo meno gonfio di quello dei suoi, senza badare alle luci dei riflettori». «Che vergogna - aggiunge Lo Monaco - ostentare il fatto che lui guadagna anche con la pubblicità e sbattere ciò in faccia a me, ai catanesi e a tutti i piccoli che certamente identifica tutti insieme con la sua insopportabile aria di superiorità e con il suo disgustoso disprezzo. Inoltre mi chiamo Lo Monaco, non Monaco semplicemente. Sono certo che, d'ora in poi, se ne ricorderà in maniera nitida». «L'Inter, e lo dico con vera convinzione - osserva l'ad del Catania - ha l'organico più forte d'Europa. Peccato abbia dimostrato di avere anche l'allenatore più chiacchierone del Continente. La sua squadra, fino a prova contraria, ha vinto contro di noi grazie a due autoreti: incredibile la carambola della prima, mai dimostrata la validità della seconda. Immaginate, a porte invertite, se avessero dato per buono il secondo gol (autogol) al Catania? Per favore, siamo seri, Mourinho! Quello che ho detto a commento della gara lo confermo tutto - conclude Lo Monaco - l'equità dell'espulsione di Muntari, la nostra sudditanza psicologica e probabilmente quella di qualcun altro, il fatto che lei deve assolutamente vincere, pena un mesto ritorno al suo Paese. Tra qualche mese sapremo. Non credo che il calcio italiano, senza di lei, perda granchè...».
16 settembre 2008