LAS VEGAS (Usa), 6 maggio 2007 – Un rebus, neanche troppo divertente. Si è concluso così, con la discutibile vittoria di Floyd Mayweather, il Mondiale dei superwelter Wbc che ha buttato giù dal trono il campione-organizzatore Oscar De La Hoya. Parterre delle grandi occasioni, forse dal punto di vista hollywoodiano il più grande mai visto per un evento sportivo, ma spettacolo non proprio esaltante sul ring per questo match del secolo che, come si temeva, è diventato un confronto soprattutto tecnico.
De La Hoya, più alto e pesante, sempre in attacco al centro del ring, pressante su un Mayweather onestamente irriconoscibile che ha giocato di rimessa fino al gong finale. Sul nostro cartellino alla fine De La Hoya, pur sconclusionato e poco preciso, aveva un punto di vantaggio, perchè è stato sempre lui a fare il match. Mentre la platea si divideva a metà sul verdetto, due giudici su tre hanno invece visto il successo di Mayweather: 116-112 per Chuck Giampa, 115-113 per Jerry Roth, mentre Tom Kaczmarek ha dato la sua preferenza al campione per 115-113.
Match onestamente molto difficile da interpretare perchè De La Hoya ha portato il maggior numero dei colpi (587 contro 481 di Mayweather) ma ne ha messi a segno quasi la metà dello sfidante (122 a 207). Però le prime riprese sono state sicuramente sue e Mayweather ha svolto il ruolo di sfidante in maniera abulica raccogliendo il massimo risultato col minimo sforzo: appoggiato alle corde, ha aspettato che De la Hoya si sfogasse per mettere a segno i suoi ganci d’incontro. Colpi veri, alla fine, non se ne sono visti e il match (almeno per i giudici) lo ha perso solo De La Hoya, che è andato in asfissia nelle ultime 4 riprese e non è riuscito più a pressare il rivale. Mayweather ha quindi rimontato senza brillare, raccogliendo i cocci del campione ormai stanco. Per dire quanto labile è stato alla fine il suo vantaggio basti pensare che se Roth non avesse assegnato a Mayweather l’ultima ripresa, a differenza dei suoi due colleghi, sarebbe scaturito un pari, forse il verdetto più giusto.
Alla fine Mayweather, imbattuto in 38 combattimenti, ha annunciato che dopo questa quinta corona si ritirerà dalla boxe ("Non ho più nulla da dimostrare") per dedicarsi alla famiglia e alle opere umanitarie; De La Hoya (quinta sconfitta in 43 incontri), mentre il suo staff protestava per alcuni presunti errori nella compilazione dei cartellini, ha detto di voler rivedere il match al videotape prima di decidere ma di non avere la sensazione di aver perso. Grande lealtà e fairplay, comunque, anche sugli spalti dove 17.000 appassionati hanno diviso il tifo fra i due sfidanti americani. Di gran classe la trovata di apertura di Mayweather che si è presentato sul ring in tenuta messicana e ha combattuto con i pantaloncini tricolori per irridere le origini latine del campione. Alla fine ha avuto ragione lui.