Il primo gennaio Tim manda gli Tacs in pensione

Si chiama, anzi, bisognerebbe ormai quasi dire si chiamava, “Total access communication system”, Tacs, il vecchio sistema di telefonia mobile. Oggi lo usano soltanto 80 mila utenti, ma nei primi anni Novanta Tacs era sinonimo di telefonino cellulare e di utenti ne aveva raccolti parecchi milioni. Era nato all'inizio degli anni '80, anche se bisogna aspettare la seconda metà di quegli anni per vedere i primi cellulari. Sul mercato italiano c’era un solo operatore, la vecchia Sip, monopolista di Stato. E oggi il Tacs va definitivamente in pensione. La banda dei 900 MHz, occupata da questa vecchia rete, deve infatti per legge (D.M. 3 giugno 1997) essere liberata entro il prossimo 31 dicembre per mettere a disposizione delle più moderne reti digitali quel prezioso spazio virtuale. E su questo, in attesa che l’Autorità per le Telecomunicazioni dica la sua, la bramosia degli operatori del settore si sta già manifestando. Fa gola a tutti questo 'pezzo' di etere con il quale, nel grande affollamento di oggi, si potrebbero forse offrire nuovi servizi, soprattutto verso la cosiddetta convergenza tra tutte le piattaforme digitali.

Sembra preistoria, eppure sono passati soltanto 15 anni. Con i vecchi apparati e la vecchia rete della Sip, poi ereditata da Tim, si poteva ed ancora oggi si può fare solo e soltanto una cosa: ricevere o effettuare una telefonata. Nulla di più. Né sms, né foto né filmati. Tutte cose giunte sui minuscoli schermi degli attuali telefonini nell’arco di pochi anni. Prima, dal 1998, con il GSM, un sistema digitale grazie al quale il numero delle conversazioni possibili contemporaneamente in un'unica 'cella' (cioè l’area coperta da ogni singola antenna della rete, da cui il termine di telefonia cellulare) è stato moltiplicato per 64 volte. Poi con la nuova e recente generazione delle reti UMTS, quelle che permettono già oggi di trasmettere interi filmati e, soprattutto, di essere perennemente connessi alla rete delle reti, Internet, usando il cellulare come fosse il computer di casa.

I primissimi esemplari di 'telefonini' Tacs, quelli lanciati sul mercato in Gran Bretagna alla fine degli anni Ottanta, erano mastodontici apparati. Si chiamavano 'trasportabili' o 'radiomobile' o 'veicolari'. Il prefisso era all’inizio uno soltanto, il vecchio 0337. Poi le dimensioni iniziarono a ridursi, senza peraltro mai arrivare a quelle di oggi ormai alla portata del taschino della giacca. Ma così non è certo stato per i costi, che rendevano quello strumento roba da vip o da business men. Furono lanciate le prime tariffe family, quelle con i prefissi 0368 e 330, ma soltanto l’avvento del GSM, unitamente all’apertura del mercato e alla fine del monopolio, permise quella rapida riduzione dei prezzi che hanno portato l’Italia ad essere uno dei paesi con la più massiccia diffusione di telefonini.

Per i circa 80 mila ostinati abbonati al vecchio sistema analogico saranno i loro gestori di rete (soltanto Tim e Vodafone hanno oggi abbonati su questa tipologia di rete) a proporre un cambio vantaggioso, con il passaggio al GSM o addirittura all’UMTS mantenendo comunque il vecchio numero. Una operazione, questa, che peraltro già da alcuni anni è stata resa possibile con il sistema della portabilità della numerazione, ma che evidentemente non ha convinto tutti i nostalgici di quegli spigolosi e pesanti apparecchi, che potevano soltanto far parlare la gente, ma che quando nacquero costituirono una rivoluzione.










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Scritto da Aragorn | il 2005-11-14 17:36:00 |

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