Fosse dipeso da lui, il libro non sarebbe mai uscito. Perché a dispetto del titolo -"Chi ha paura di Beppe Grillo?" - il più impaurito parrebbe proprio il comico genovese, talmente terrorizzato dall'uscita del volume dal diffidare l'originaria casa editrice (Longanesi) dal procedere alla pubblicazione. Invece il libro in questione - una vera e propria tesi di laurea sul creatore dei "Vaffa day" - dal 15 aprile è sugli scaffali. E le sorprese non mancano. Accanto al mostro della comunicazione capace di soffiare sul fuoco dell'antipolitica e di spopolare su Internet con il suo blog a suon di record di contatti, infatti, spunta il Beppe Grillo che non t'aspetti: refrattario al confronto, geloso del proprio copyright e abile nello sfruttare il successo delle sue pagine web per vendere il "suo" prodotto, ovvero libri, dvd e spettacoli con lui come protagonista indiscusso. Un Grillo «casta di se stesso», come lo definiscono gli autori del libro.
I PREGI DEL COMUNICATORE
Visione degli spettacoli nei palasport e nei teatri, rivisitazione delle partecipazioni televisive, analisi delle pagine web, ricerche d'archivio, ma anche esame minuzioso della gestualità sul palco e interviste al pubblico accorso in massa alle sue performan-ces. È questa la mole di lavoro che hanno dovuto affrontare i tre autori di "Chi ha paura di Beppe Grillo?", il primo libro-inchiesta sul comico genovese (Selene edizioni, pp. 200, euro 15. Prefazione di Oliviero Toscani, postfazione di Marco Palmella). Accanto ad Emilio Targia, giornalista, caporedattore di Radio radicale, hanno operato Federica De Maria, linguista e critica letteraria, e il professore della Statale di Milano Edoardo Fleischner, che per due anni e mezzo ha passato al setaccio i post del comico sul web e i conseguenti messaggi del popolo del "Vaffa day". Il risultato, spiega Targia, «è una tesi di laurea sul fenomeno Grillo. Uno strumento tecnico il più possibile oggettivo per orientarsi nel suo mondo».
II viaggio inizia, e non poteva essere altrimenti, dal suo blog, capace di attestarsi, secondo il motore di ricerca Te-chnorati, tra i primi trenta del mondo, con una media di centomila contatti al giorno. «Ma noi abbiamo iniziato a lavorarci nel gennaio 2006, ben prima del successo del "Vaffa day" del settembre 2007», precisa Targia. Il quadro che emerge dalla massa di dati è quello di un Grillo «comunicatore strepitoso, capace di trasferire sulle sue pagine web il suo essere un animale da palcoscenico». Dal teatro, o palasport che dir si voglia, ad Internet, il passo è breve. «Così come aggredisce l'argomento sul palco, con una fisicità e un tono della voce diretti, Grillo scrive. Ha trasformato il suo blog in un formidabile strumento di comunicazione». Poi c'è il fiuto, che ha permesso al comico di «recepire la voglia di una larga fetta di italiani di sentirsi urlati argomenti che prima non erano nemmeno nominati. Grillo è entrato in sintonia con la pan-
eia politica degli italiani, diventando 0 catalizzatore di opinioni forti che andavano liberate». Fin qui il comico di successo che trascina in piazza decine di migliaia di italiani con la sola forza del passaparola su Internet. Dietro al Grillo tutto d'un pezzo leader dell'antipolitica, infatti, c'è l'artista geloso delle proprie prerogative e insofferente, per non dire ostile, al confronto.
LA MANCATA CENSURA
Il caso più clamoroso è legato alla sofferta gestazione del libro. Alla fine del 2006, riferisce la Selene edizioni, «la casa editrice Longanesi mette sotto contratto gli autori, annuncia il libro sul proprio catalogo e ad alcuni giornali. Ma il 27 febbraio 2007, la casa editrice invia una comunicazione agli stessi autori con la quale disdice il contratto poiché senza liberatoria da parte di Grillo il libro non può uscire. Pare, dopo aver ricevuto un fax nel quale si diffidava a pubblicare il libro». Una storia che ricalca quanto accaduto per il libro delle edizioni Kaos "Grillo da ridere (per non piangere)", poi uscito nel 2003. E dire che proprio Grillo, in nome della conoscenza «libera e gratuita», ha fatto della battaglia contro il copyright, come ricordano i tre autori, uno dei suoi formidabili cavalli di battaglia.
L'ultimo capitolo del libro è significativamente intitolato "Grillo, casta di se stesso?". È qui che emerge il lato oscuro del comico genovese. A partire dal blog, usato, scrivono Targia, De Maria e Fleischner, «come "grande microfono" per una sola voce». Proprio come un palco virtuale in cui lui, Grillo, fa lo show e gli altri, gli spettatori-in -ternauti, assistono. Senza possibilità di interagire con lui. «Non c'è mai una risposta diretta. Grillo usa il blog come un palcoscenico». E a scrivere, poi, non sarebbe neppure lui: «Dall'uso degli aggettivi, della punteggiatura, dalla retorica del testo e dal livello di aggressività sono ben distinguibili almeno quattro ghostwriter».
È stato lo stesso Grillo, del resto, a rifiutare numerose interviste trincerandosi dietro la giustificazione di essere un "monologhista". Quattro pagine sono dedicate alla ricostruzione di una mancata intervista rilasciata al settimanale L'Espresso nonostante l'assenso iniziale. Tema del colloquio: la libertà di stampa e l'informazione in vista del "Vaffa day" contro i giornali («la vera casta», per Grillo) in programma per venerdì 25 aprile. Intervista che il comico genovese rifiuta perché considera «offensive e indegne» le domande poste, rigorosamente in anticipo e via mail, dal giornalista Alessandro Gi-lioli.
Lo stesso è accaduto, seppur con modalità diverse, in altre occasioni in cui Grillo "rischiava" di affrontare un dibattito: con il giuslavorista Pietro Ichino sulla legge Biagi (faccia a faccia da Bruno Vespa rifiutato); con Radio radicale (altro invito al confronto sul lavoro declinato); con il free press "Metro" (intervista prima accettata poi no). «Grillo con ogni probabilità usa così tanto Internet - e detesta così tanto i giornali - proprio perché il blog gli consente questo non confrontarsi, questo non dibattere», tira le somme Gilioli, che sul suo, di blog, ha ripercorso la storia della mancata intervista riportando anche le domande che hanno fatto infuriare il comico.
IL BLOG COME NEGOZIO
Sul web, accanto alle invettive contro il Palazzo della politica, c'è spazio anche per la promozione dei propri prodotti. Il 13 marzo 2007, ricordano gli autori, «Grillo ha annunciato sul suo blog la nascita della collana editoriale beppegrillo.it, dedicata alla pubblicazione delle iniziative lanciate sul sito e dei suoi spettacoli nei teatri e nei palasport italiani».