L'invasione in Iraq si è basata su informazioni d'intelligence non corrette ma la scelta di intervenire è stata giusta, Saddam rappresentava una minaccia. Alla vigilia delle elezioni in Iraq e al terzo discorso in poco più di una settimana dedicato all'Iraq e alle strategie di vittoria, George Bush ammette responsabilità nella gestione delle informazioni ma difende a spada tratta l'operazione che ha portato alla destituzione di Saddam Hussein. Il presidente degli Stati Uniti George W. Bush ha ammesso che «gran parte delle informazioni raccolte dai servizi di intelligence sull'Iraq alla vigilia della guerra erano sbaglia-
te». Bush lo ha detto parlando agli esperti in politica estera del Woodrow Wìlson Cen-ter di Washington. Il presidente ha detto di essere «responsabile per la decisione di andare in guerra» e di avere preso atto degli errori dello spionaggio. Tuttavia, ha detto, tutti i servizi di spionaggio concordavano con quello americano sulla minaccia portata dai presunti arsenali di Bagdad, «compresi quelli dei Paesi che si sono opposti alla guerra». E a proposito delle consultazioni che si terranno oggi in Iraq, l'inquilino dello Studio Ovale ha definito le elezioni «uno storico spartiacque nella storia della libertà».