TI, la proposta dei provider: la rete tlc deve essere di tu

[Galai]

"La vendita di Tim non è l'unico scenario possibile per Telecom Italia. Potrebbe anche avvenire, ad esempio, una vendita della sola rete di tlc o una cessione sia di Tim sia della rete fissa. In questo modo Telecom Italia finirebbe per diventare un operatore mobile virtuale, favorendo la crescita e la concorrenza in questo settore di business", spiega ad Affari il presidente dell'Associazione italiana internet provider Stefano Quintarelli.

La rete fissa, ove venisse ceduta, come dovrebbe essere amministrata, con quale assetto societario? Sarebbe opportuna la presenza dello Stato?
"Immagino una società indipendente le cui quote andrebbero divise tra Telecom Italia e gli altri operatori tlc attivi in Italia, che porterebbero in dote le proprie infrastrutture. Lo Stato potrebbe a sua volta essere presente nella società o garantire una corretta gestione attraverso un rafforzamento delle Authority. Una società partecipata dai principali gruppi tlc italiani, in un colpo solo si porrebbe al riparo da qualunque problema regolamentare e attirerebbe con facilità gli investimenti necessari all'innovazione. Diventerebbe un bene collettivo, da trattare davvero come un asset di interesse nazionale. Inoltre, così non ci sarebbe una duplicazione delle infrastrutture. Tutti i gruppi tlc, infatti, puntano ad avere reti efficienti nei grandi centri, a svantaggio delle aree periferiche".

E la possibile vendita all'estero di Tim la preoccupa?
"No. Basta scegliere bene l'acquirente. Deve essere un grande operatore di tlc, interessato a sviluppare la società secondo una logica industriale. La cosa importante è evitare le speculazioni".

La vendita di Tim e della rete fissa porterebbe nelle casse di Telecom Italia molti soldi...
"Senza dubbio. La nuova società avrebbe le risorse necessarie a investire sull'innovazione. E poi senza un grande operatore incumbent capace di controllare le reti si avrebbe un business delle tlc estremamente competitivo, accelerando il processo per l'ingresso sul mercato degli operatori virtuali. Inoltre, TI in questo modo potrebbe diversificare di più le sue attività".
In che modo?
"Potrebbe entrare con più forza all'interno di un grande gruppo editoriale. Rcs ad esempio. E sfruttare appieno le sinergie con Telecom Italia Media".

Pensa che la rete di TI attualmente sia datata e necessiti di forti investimenti?
"La rete di TI a livello di backbone è molto buona. E' stata rifatta di recente ed è stato ridotto da 33 a 12 coppie il numero delle centrali che si trovano negli snodi della rete. Ora, però, bisogna investire per fare sì che l'Adsl abbia un'estensione più capillare in tutte le regioni d'Italia. E poi bisogna prepararsi per poter offrire i servizi Wi-Max e, dove è economicamente conveniente, potenziare le infrastrutture in fibra ottica".

C'è chi dice che serve una rete interamente in fibra. E' d'accordo?
"No. Il doppino è sufficiente per trasferire i contenuti e i servizi disponibili oggi e quelli che potranno arrivare nei prossimi anni. Tanto più che in Italia il tratto di doppino che dalle centrali arriva nelle case è estremamente corto. E questo permette di far passare i dati molto velocemente. Nei prossimi anni la rete tlc sarà un misto, dove coesisteranno rame, fibra ottica e collegamenti wireless".

[Cesena'88]

che la telecoz nn debba avere il monopolio della rete ok... ma che debba essere venduta all'estero nn sn d'accordo...