di Aragorn il 10 apr 2007, 12:28
molto interessante quest'articolo comparso su radio radicale l'organo di stampa di una delle anime del governo... che ormai è sempre più lacerato su tutto...
Sul caso Mastrogiacomo avevo già sollevato parecchi dubbi. Con una gestione così “dilettantesca” non poteva filare tutto liscio. E Romano Prodi che pensava di aver archiviato il problema Afghanistan con il voto al Senato ora si ritrova nuovamente a doverlo fronteggiare, giustificandosi come ormai ci ha abituato .
Prima l’annuncio choc dei talebani: “Abbiamo ucciso Adjmal Nashkbandi”, l’interprete di Daniele Mastrogiacomo. Poi altro orrore: “L’abbiamo decapitato”. Brutta roba, davvero una brutta roba. Sono stati i servizi segreti afghani a fare la prima dichiarazione ufficiale.
Il portavoce Sayed Ansari ha detto che Adjmal è stato giustiziato nell’interesse di Al Qaeda: “Ancora una volta i talebani hanno dimostrato di voler seguire le orme delle organizzazioni terroristiche”. In più sempre lo stesso Sayed Ansari avrebbe dichiarato che il direttore afghano dell’ospedale di Emergency a Kabul, Rahmatullah Hanefi - che è attualmente detenuto - sarebbe coinvolto nel rapimento del giornalista italiano Daniele Mastrogiacomo e dei suoi due collaboratori oltre ad averne contrastato di fatto la sua liberazione.
Apriti cielo. L’alleato di ferro Gino Strada non ci sta (si sa che le alleanze funzionano appena non ti toccano nell’intimo) e presto detto straccia il rapporto platonico con Prodi buttando sul governo italiano tutte le responsabilità e accusando poi Karzai di avere un governo di tagliagole.
Ma a Gino non è bastato, perchè in una intervista di pochi giorni fa a Sky ha spiegato che il governo italiano “dovrebbe sapere bene quanto è affidabile Hanefi visto che gli affidò due milioni di dollari per pagare il rilascio di Torsello”. Il governo però ha sempre dichiarato che per Torsello non era mai stato scucito un centesimo. Ma allora i conti non tornano. O no? E mentre Daniele Mastrogiacomo confida alle agenzie tutto il suo dolore:”Sono affranto, distrutto, di nuovo catapultato in un incubo che sembra non finire mai. I talebani hanno mostrato al mondo la loro vera faccia, assassini che non hanno rispettato i patti”, il governo ha scoperto praticamente tutta la sua inaffidabilità o più semplicemente, si è scoperto come stanno veramente le cose. Cioè che a Romano Prodi e al suoi dell’Afghanistan non frega assolutamente nulla a meno che non tocchi la stabilità del governo. Quello che conta veramente è la sinistra massimalista che in qualsiasi occasione potrebbe fare saltare l’esecutivo. E allora via, diamo “semaforo verde” ad Emergency, contattiamo noi Karzai e mettiamo la difesa ed i nostri servizi segreti da parte. Dopotutto si tratta di salvare un giornalista della forte lobby di Repubblica, se no i “titoloni” quando ce li rifanno? Per il resto si vedrà in seguito. Intanto, non solo scuciamo la “grana” (che alla fine è anche giusto se non ci sono altre soluzioni per liberare un ostaggio) ma costringiamo Karzai - anche se non vuole - a trattare per la liberazione di 5 terroristi Talebani che saranno subito pronti a dare manforte alle truppe di Al Qaeda e a quelle dei taliban, che non vedono l’ora di rompere il c**o ai nostri soldati a Kabul scarsamente armati perchè, nonostante le promesse al Senato, non gli è ancora arrivata neanche una stramaledettissima fionda.
Prodi intanto istituzionalmente se ne lava, come al solito, le mani affermando che le trattative su Mastrogiacomo sono state sapientemente condotte (abbiamo visto come) in accordo con il governo di Karzai e riuscendo anche in questo caso - riguardo Torsello tanto per intenderci - a dare la colpa al precedente governo con una dichiarazione al Corriere della Sera che lascia stupefatti: “le trattative furono portate avanti secondo una prassi non ancora modificata rispetto alle procedure tenute dal precedente governo”. Che tradotto significa: “Se abbiamo pagato, lo abbiamo fatto perchè Berlusconi ci ha insegnato così.” Pazzesco. A leggere queste cose davvero non ci si crede.
In più, riguardo alle dichiarazioni di Gino Strada, Romano Prodi le ha classificate come delle “speculazioni politiche”. E qui qualcosa non va. Che c’entra Emergency con la politica dato che si tratta di una associazione umanitaria? I conti non tornano di nuovo. E a questo punto non c’è rendicontazione che tenga.
Mentre su Hanefi - puntualizza più tardi lo stesso Prodi sollecitato dall’ultimatum di Strada che avrebbe minacciato di andarsene dall’Afghanistan - “abbiamo fatto tutto quello che un governo deve fare” e adesso è “tutto nelle mani di Karzai”. Un ulteriore prova della stima di governo verso un personaggio storico come “Ponzio Pilato”.
Berlusconi a mio parere fa bene a non andare dietro agli attacchi, legittimi, ma portati avanti male politicamente da alcuni esponenti della Casa delle libertà dichiarando che “il prestigio e il buon nome dell’Italia vengono prima di ogni polemica politica e che perciò vicende come questa vanno trattate con senso di responsabilità e massima coesione”. Una posizione “politica” che il Cav. avrebbe dovuto tenere anche nei riguardi del voto al rifinanziamento “afghanistano” tenutosi al Senato qualche giorno fa. Meglio tardi che mai.
L’errore invece secondo me lo fa ancora Romano Prodi - che ha ragione quanto giudica l’impeachment rilanciato dalla Lega una follia - sbagliando a non voler riferire al Parlamento perchè la sua reticenza lascia aperti ulteriori dubbi sulla reale gestione dell’affare Mastrogiacomo evidenziando ancor di più i favoritismi usati nelle trattative con i taliban. Un capo serio di governo dovrebbe prendersi le proprie responsabilità, soprattutto riguardo agli errori commessi. Appunto, un capo serio.
E mentre crescono le apprensioni ed i timori per i due cooperanti francesi e le loro tre guide afgane, detenuti da una settimana dai talebani nel sud dell’Afghanistan, a Kabul “fervono i preparativi” per il nuovo attacco che vedrà Al Qaeda alleata dei taliban contro la Nato ed il governo di Karzai.
Una situazione che ormai corre sul filo del rasoio.
A rileggerci
«Non tutto quel ch'è oro brilla,
Né gli erranti sono perduti;
Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza,
le radici profonde non gelano.
Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
L'ombra sprigionerà una scintilla;
Nuova sarà la lama ora rotta,
E re quei ch'è senza corona.»