Roma, 15 maggio 2007 - L'Italia si appresta a inviare in Afghanistan piu' mezzi e piu' uomini, come relativo equipaggiamento. Lo annuncia il ministro della Difesa Arturo Parisi nel suo intervento davanti alle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato. Si tratta di 5 elicotteri mangusta, 8 veicoli corrazzati Dardo e 10 veicoli blindati Lince , insieme ai quali "inviamo i relativi equipaggi e personale, quantificati in 145 uomini".
Per questo, spiega, servono "9 miliardi di euro; 7,2 una tantum e 18,7 di costi ricorrenti. Tutto questo fino al 31 dicembre 2007". La copertura, dice, "sara' inserita nell'assestamento di bilancio 2007".
Il ministro della Difesa parla a lungo della situazione in cui operano i soldati italiani. Parla in particolare della zona Ovest e dell'esigenza di "equipaggiamenti aggiuntivi tesi ad adeguare le misure di protezione operative".
Equipaggiamenti che seguono l'esigenza, dopo consultazioni con il Consiglio supremo di difesa e lo Stato maggiore di difesa, di "dotare il contingente di mezzi per apliare la capacita' di muoversi e di sicurezza, per elevata protezione, velocita', sensori e sorveglianza" e che serviranno anche come "deterrenza".
A questo punto, Parisi snocciola: I nuovi mezzi sono "5 elicotteri A-129 Mangusta, di cui uno come riserva logistica; 8 veicoli corrazzati Dardo e 10 veicoli blindati Lince". E prosegue: "Insieme ai nuovi mezzi verranno inviati in Afghanistan gli equipaggi e il personale di supporto tecnico e logistico, per un complesso di circa 145 militari".
"La decisione di inviare nuovi mezzi non altera la natura della missione italiana in Afghanistan".
Lo dice con forza il ministro della Difesa, Arturo Parisi, nel corso dell'audizione alle commissioni congiunte Esteri e Difesa di Camera e Senato, sulle dotazioni del contingente militare italiano impegnato nelle missioni Isaf in Afghanistan.
Questi nuovi mezzi, spiega Parisi, "non consentono una missione differente" e forniscono "il nostro contingente di maggiori capacita' esplorative" e di muoversi meglio "in situazioni sia attive che passive".
Dunque, ribadisce, "restiamo in Afghanistan per il bene di questo Paese e per aiutare l'edificazione di un governo autosufficiente e la creazione di uno stato sovrano".
Parisi sottolinea che oggi "7 milioni di bambini e bambine vanno a scuola, ci sono 10 universita' funzionanti e i bimbi di oggi saranno gli afghani di domani. La missione deve dare un futuro a questi bambini in un quadro di sicurezza. E' un compito impegnativo ma non possiamo sottrarci al cimento. Al nostro contingente, invece, dobbiamo dare il massimo di sostegno morale e militare".