Rita levio Montalcini vota contro la ricerca. O Meglio contro l'aumento dei fondi per pagare i dottorati di ricerca nelle università. Strano ma vero: la senatrice a vita, che si lamenta sempre perché i fondi per la ricerca sono pochi, si è opposta con il suo voto a un emendamento alla Finanziaria che dà più soldi agli atenei italiani, proposto dall'opposizione e passato con il voto favorevole di alcuni dissidenti della maggioranza. Succede a Palazzo Madama, dove il governo sta cercando a ogni costo di portare a casa indenne la manovra di bilancio. Tra le tante votazioni, ce n'è una che manda in minoranza il governo: l'aula è chiamata a decidere su un emendamento proposto dal senatore di Alleanza nazionale Giuseppe Valditara.
NO AI FONDI
La modifica prevede un investimento di 120 milioni di euro, in tre anni, a favore dei dottorati di ricerca. Si tratta del primo gradino della carnera universitaria. E, attualmente, viene remunerato con appena ottocento euro al mese. Troppo poco, sostiene l'autore dell'emendamento, per spingere ragazzi di trent' anni a dedicarsi alla vita universitaria. Valditara convince i senatori Domenico Fisichella, Lamberto Dini, Giuseppe Scalerà; i dissidenti dell'estrema sinistra Ferdinando Rossi e Franco Turigliatto. Gavino Angius e altri dell'area socialista decidono di astenersi. Il governo dà parere negativo sull'emendamento e il premio Nobel Levi Montalcini si adegua alla disciplina di coalizione. Risultato? La maggioranza finisce sotto. La modifica passa. «Il loro», dichiara Valditara, «è stato un clamoroso errore. Avevano ancora 900 milioni a disposizione. L'investimento per i dottorati poteva essere coperto. La verità è che questo governo ha scarso interesse verso l'università italiana».
FRANCA VOTA CONTRO RAME
Altro emendamento, altro svarione. Stavolta però non si tratta di una svista, ma di una vera e crisi di identità. Quella che colpisce la senatrice Franca Rame.L'exe sponente dell'Italia dei Valori vota contro se stessa. 0 meglio, contro un emendamento sui lavoratori esposti all'amianto che aveva presentato insieme ai dissidenti Rossi e Turigliatto. «Ho sottoscritto gli emendamenti perché sono convinta della loro giustezza. Ma», prova a giustificarsi in aula la signora Fo, «mi trovo in una spiacevole situazione. Io non sono più quella di due anni fa: sono quella di adesso. Ho assunto un impegno con questo governo e devo purtroppo andare avanti». Purtroppo, appunto.