FIRENZE L'ha vista, l'ha seguita, l'ha aggredita nel bagno del cantiere edile allestito all'esterno della Galleria degli Uffizi, poi l'ha lasciata lì, spaventata e sotto choc. Ma lei ha reagito e l'ha fatto arrestare. È successo in uno dei cantieri per la ristrutturazione del celebre museo fiorentino.
L'uomo, un operaio di Torre del Greco (Napoli) residente a Cavriglia (Arezzo), ha 37 anni ed è accusato di violenza sessuale.
L'episodio è avvenuto poco prima di mezzogiorno. La ragazza, dipendente di un'impresa di servizi, si è recata in una delle strutture mobili utilizzate come toilette. L'uomo, che già da qualche giorno aveva notato la donna e le aveva rivolto apprezzamenti e tentato inutilmente approcci, l'ha seguita. Una volta nella toilette, secondo quanto ricostruito, le avrebbe afferrato i polsi poi le si sarebbe strofinato addosso fino all'orgasmo.
A differenza di altri episodi che restano nel «sommerso» delle violenze sessuali, la ragazza si è recata immediatamente dai carabinieri della stazione Uffizi e ha raccontato quanto successo, dando una descrizione minuziosa dell'aggressore. Tre ore dopo i fatti, i carabinieri hanno individuato l'uomo e l'hanno sottoposto a fermo di polizia giudiziaria presso il carcere dio Sollicciano con l'accusa di violenza sessuale. La ragazza si è fatta visitare in ospedale dove i medici hanno riscontrato lesioni compatibili con il suo racconto. Dal canto suo, l'operaio è rimasto in silenzio e non ha risposto alle contestazioni dei carabinieri della Compagnia degli Uffizi. Domani l'uomo sarà davanti al giudice per la convalida del fermo.
La sovrintendente del Polo museale fiorentino Cristina Acidini ha espresso «profondo rammarico per quanto accaduto» e ha manifestato solidarietà alla giovane. «Da parte mia - ha detto - provvederò ad accertare eventuali responsabilità».
Il ministro per le Politiche della famiglia, Rosy Bindi, ha espresso «sgomento di fronte ai nuovi e ravvicinati episodi di violenza consumata in famiglia e sulle donne». «È una triste conferma - ha detto - dell'urgenza di approvare al più presto il disegno di legge presentato dal Governo e all'esame della commissione Giustizia della Camera per contrastare questo fenomeno purtroppo crescente». Per il ministro, «si tratta di un'innovazione legislativa che può rafforzare le strategie di prevenzione. C'è bisogno di rafforzare la dissuasione, con previsioni di pena maggiori e nuovi profili di reato».