Ancora anomalie nel voto all'estero
di Dario Caselli
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Castelnuovo di Porto. E’ qui che da giorni sta andando avanti, a fatica, lo scrutinio del voto degli italiani all’estero. Ma come suggerisce qualcuno forse sarebbe meglio chiamarlo “porto delle nebbie”, parafrasando un famoso film interpretato da Jean Gabin negli anni ‘30. E proprio di nebbia sembra trattarsi quella che sta avvolgendo fittamente lo spoglio e il relativo voto finale. Per carità nulla a che vedere con quello che accadde due anni fa e di cui ancora si continua a parlare. E pensare che stavolta il governo aveva cercato di fare di tutto pur di evitare quello che era accaduto nel 2006. Così è stata costituita una sede unica per lo spoglio, con oltre seicento rappresentanti di lista accreditati per il Pdl e quasi 150 per il Pd. Inoltre, venticinque enti coinvolti nel coordinamento con il ministero degli Esteri delle complesse fasi di gestione degli oltre un milione di plichi contenenti le preziose schede.
Alla fine però anche stavolta il voto dei nostri connazionali all’estero sta presentando più di qualche difficoltà. Al momento, infatti, dal ministero degli Interni non è ancora possibile avere il dato definitivo del voto dei nostri connazionali all’estero. Tanto per quanto riguarda il Senato che la Camera all’appello mancano ancora qualche centinaio di sezioni. In base a questi dati provvisori alla Camera il Pd (32,7 per cento) avrebbe ottenuto sei deputati in qualità di primo partito, mentre al Pdl (31 per cento) quattro. Uno a testa, poi, per Di Pietro e Movimento associativo italiani all’Estero. Al Senato situazione diversa dove a trionfare sarebbe il Pdl (33,9 per cento), a cui andrebbero 3 senatori, davanti a Pd (33,1 per cento), due senatori, e infine Movimento associativo italiani all’Estero, solo un senatore. Fin qui i dati, che come detto non sono definitivi. Visto che siamo ad oltre due giorni dalle elezioni e che ancora non si hanno notizie certe, il dato non è confortante. E meno male che questi voti alla fine non riveleranno decisi per stabilire le maggioranze sia alla Camera che al Senato. Comunque tutto ciò è il sintomo e anche la conferma che davvero qualcosa non va nel sistema di voto e che forse sarebbe bene mettere mano alla legge che istituisce e regola le votazioni degli italiani d’oltre confine.
Ad essere sotto accusa in questa tornata elettorale sono in particolare le disfunzioni, in alcuni casi anche gravi, delle operazioni di voto. Denunce che partono tanto dai rappresentanti di liste del Pdl che del Pd segno quindi che le falle nel sistema sono evidenti. Prima fra tutte l’assenza di un’adeguata copertura dei seggi da parte del personale responsabile. In più di un’occasione è stata segnalata la presenza di plichi aperti anche in mancanza del minimo numero legale di scrutatori, in tutto tre, e dello stesso presidente di seggio. Una precisa violazione della legge che è stata anche segnalata alla Corte d’Appello senza che però finora siano stati presi provvedimenti in merito. Altro problema che sarebbe stato riscontrato, raccontano alcuni rappresentanti di lista, è la disparità tra il numero di elettori e delle schede. Differenze che in alcuni casi potrebbero aggirarsi attorno al 50 per cento. Per fare un esempio in alcuni seggi ci si sarebbe trovati di fronte al dato di soli 500 votanti ma con oltre mille schede scrutinate. Difformità che sarebbero state causate dal fatto che mentre si è provveduto nella fase iniziale di controllo a eliminare i nominativi di quegli elettori che non erano presenti nell’elenco dei votanti le relative schede poi non sarebbero state eliminate.
Da qui le differenze. In altri casi, come in Perù, si sarebbe proceduto ad annullare molte schede a causa della presenza di plichi già aperti. Oppure in altre situazioni diversi seggi sono stati chiusi dopo la verifica dell’assenza del numero minimo di tre scrutatori più il presidente. Il tutto però quando già era iniziato lo spoglio. Altri problemi sono giunti anche dalla contraffazione di alcune schede. E’ il caso di quelle provenienti dalla ripartizione Europa, in particolare dalla Svizzera, dove le schede presentavano non solo forma differente ma anche sempre la stessa calligrafia. Alcuni parlano addirittura di seggi in cui migliaia di schede a favore di candidati Udc presentavano sempre la stessa preferenza. Da qui la decisione dei presidenti di seggio di metterle da parte e consegnando le schede alla Corte d’Appello per le verifiche successive. Evidenti anomalie che però sono state riscontrate anche per il voto in Sud America nel quale probabilmente l’ex senatore Pallaro sarebbe a rischio di riconferma. Un voto estero, quindi, nuovamente poco limpido. Almeno l’unica consolazione è che stavolta questi voti non saranno determinanti per formare la maggioranza di governo. Davvero l’unica.