La terribile storia di Elisabeth Fritzl, 42 anni, che non vedeva la luce del sole dal lontano 1984, quando aveva solo 19 anni, è stata svelata nella cittadina di Amstetten, in Austria, Paese dove neanche due anni fa fu svelato il caso, per certi versi analogo, della giovane Natascha Kampusch, prigioniera per otto anni di uno spasimante- aguzzino, Wolfgang Priklopil.
Il padre di Elisabeth, il 73.enne Joseph Fritzl, è stato arrestato e si è chiuso in un mutismo totale, mentre la donna e cinque dei sei figli nati dall'incesto forzato - tre maschi e tre femmine compresi fra i 5 e i 19 anni - sono stati affidati a un'equipe di psicologi.
La sesta figlia, Kerstin, 19 anni, la maggiore, è invece ricoverata in gravi condizioni all'ospedale con una malattia, di cui non è stata rivelata la natura, e sta «lottando con la morte», secondo Franz Polzer, capo della polizia del Land della Bassa Austria, che ha anche annunciato che su i protagonisti della vicenda saranno effettuati test del Dna.
Proprio Kerstin ha permesso di levare il velo sulla vicenda: la presunta figlia maggiore di Elisabeth e del padre è stata portata e lasciata all'ospedale di Amstetten lo scorso fine settimana perchè in preda a sintomi gravi. I medici dell'ospedale hanno chiesto di parlare con la madre della ragazza, che secondo la versione fornita da Joseph era scomparsa nel 1984 e si riteneva caduta nelle mani di una setta.
A quel punto il padre ha fatto ricomparire la figlia dicendo a sua moglie che Elisabeth aveva deciso di tornare a casa. Ma Elisabeth ha raccontato alla polizia di aver subito le attenzioni sessuali del padre da quando aveva 11 anni e di essere stata attirata da lui quando ne aveva 19, il 28 agosto del 1984, nello scantinato dello stabile dove la famiglia viveva ad Amstetten, una cella senza finestre, dove è stata drogata e ammanettata.
Da lì non è più uscita. Nel corso degli anni si sono succedute violenze e gravidanze. I due figli più grandi, di 19 e 18 anni e il più piccolo di cinque, sono sempre rimasti con lei, mentre gli altri tre sono stati adottati dal padre che li faceva trovare alla moglie Rosemarie davanti alla porta di casa con una lettera nella quale si spiegava che Elisabeth non era in grado di occuparsene. Joseph portava loro cibo, acqua e vestiario, ma i figli incarcerati con lei non hanno mai visto il sole o ricevuto alcuna istruzione. Il settimo figlio, gemello di uno dei sopravissuti, quando morì, dopo il parto, fu portato via dal padre che ne bruciò il cadavere, secondo quanto riferito da Elisabeth.
Quanto a Rosemarie la polizia afferma che fosse sempre stata all'oscuro di tutto.