Poveri, anziani, immigrati regolari, con l'assicurazione che sarebbero rimasti in Italia per almeno cinque anni. Insomma, erano in possesso di tutti i requisiti per ottenere i quasi 400 euro al mese dell'assegno sociale. Peccato che continuassero a incassarlo grazie alla complicità di qualche parente, anche se erano ritornati da tempo nei loro Paesi d'origine.
Arriva da Cremona la nuova frontiera delle truffe allo Stato. Una frontiera che parla molte lingue, dal cinese all'arabo. I raggiri sono stati scoperti dalla Guardia di finanza. Ieri la conferenza stampa del colonnello Mauro Santana-staso e del direttore provinciale dell'inps, Franco Artese. Al centro dell'indagine, ribattezzata "Pensioni sociali in trasferta", l'applicazione della riforma Dini del 1995, che ha introdotto l'assegno di mantenimento per italiani e stranieri che abbiano "una residenza effettiva ed abituale in Italia, 65 anni di età, particolari condizioni di reddito personali e del coniuge". Hanno diritto al sostegno, che per il 2008 è stato stabilito in 395,59 euro al mese, anche i rifugiati politici. Con un nota bene: agli immigrati è richiesta una permanenza continuativa nel nostro Paese per almeno 5 anni.
LE TRUFFE
L'assegno sociale viene concesso sulla base dell'autocertificazione. Ed è nella compilazione di questi documenti che l'Inps di Cremona ha deciso di vederci chiaro ma, non avendo gli strumenti per farlo, ha chiamato in causa la Guardia di finanza. I controlli, condotti dall'inizio di maggio alla fine di agosto, hanno riguardato un campione di 36 stranieri appartenenti a diverse nazionalità, dal Marocco alla Cina. È risultato che al momento della verifica quasi la ' metà, 15, degli immigrati con i capelli bianchi e le tasche vuote erano tornati in patria da tempo. Senza però scordarsi, prima del rientro, di delegare un loro familiare a riscuotere la somma presentandosi in posta o in banca (era accreditata su un conto corrente). L'Inps ha subito bloccato gli assegni percepiti indebitamente, ma molti, in questi anni, hanno preso il volo. «Nel corso delle indagini ci siamo imbattuti in alcuni casi paradossali», hanno detto gli inquirenti. Come la famiglia raggiunta da tre parenti over 65 che hanno incassato per tornare poco dopo da dov'erano venuti: i loro 1.200 euro, praticamente uno stipendio, passavano ai congiunti rimasti a Cremona. O come il beneficiario risultato irreperibile. Era invece in carne e ossa la persona incaricata di riscuotere per lui. Per la Gdf non sempre è stato facile superare il muro di silenzio e diffidenza.
LA STRETTA DI BRUNETTA
A quanto ammonta la truffa? Alcuni numeri fanno pensare che l'importo sia elevato e il sistema ramificato: in provincia di Cremona i destinatari dell'assegno sociale sono 1.148, di cui 129 stranieri. Se su un campione scelto a caso di 36 quasi la metà lo percepiva illegittimamente, è lecito pensare che ci siano molti altri furbi. Ma più che con loro il deputato della Lega Matteo Salvini se la prende con chi ci sta dietro. «Non posso credere che il settantaduenne di Marrakesh o di Tunisi arrivi a Cremona o Milano sapendo cos'è l'assegno sociale e come si fa ad ottenerlo. C'è qualcuno che informa, indirizza, coccola e supporta queste persone. Penso ai vari centri di accoglienza, ai sindacati, agli sportelli fiscali. La loro assistenza non è gratuita, questa è gente che sull'immigrazione ci fa il business». Il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta ha introdotto un giro di vite anche su questo fronte innalzando, a partire dal 1° gennaio 2009, da cinque a dieci gli anni di permanenza continuativa in Italia necessari per aver diritto ai 400 euro. «Spero - dice Salvini - che serva a qualcosa».