di Cortez il 07 set 2009, 16:09
gentile takion,
visto che il tuo post è abbastanza variegato, mi prendo la libertà di risponderti con un post unico che tocca un po' tutti i temi.
Anzitutto giungiamo alla questione della cannabis: in linea puramente teorica, secondo me, l'uso della cannabis andrebbe regolamentato (nei luoghi e nelle fascie d'età opportune) e questo nonostante io non abbia mai provato alcun interesse per l'uso delle droghe. Tuttavia percepisco la necessità di un intervento della autorità per mettere un po' di ordine in quello che altrimenti sarebbe un mercato completamente in mano alla criminalità.
Il secondo punto riguarda l'acool: per quel che mi riguarda è una vera e propria piaga sociale con l'aggravvante che nella zona in cui vivo io il consumo di alcool, anche in grandi quantità, è considerato qualcosa di naturale e motivo di "virilità". Così ti trovi i ragazzini di diciasette anni sbronzi in giro per la città alle dieci di sera con tanto di benedizione clericale che, almeno dalle mie parti, considera l'acool come il male minore. Tutto ciò in barba ai danni che l'alcool produce! Danni che sono gravi e che, mi sia perdonato ancora una volta il pragmatismo, pesano in maniera non indifferente sul bilancio della sanità pubblica. Anche qui, però, ritengo che una adeguata regolamentazione (inesistente in italia) sarebbe auspicabile anche se non sarebbe l'unico provvedimento da prendere per risolvere tali problemi (non allargo però ulteriormente la discussione perchè si andrebbe off-topic).
Il terzo punto riguarda la questione del "vendere il proprio corpo". Anzitutto ritengo che qui si sia usciti dal tema della discussione, tema che è di tipo puramente tecnico ma, come tutte le cose in italia, è diventata una questione morale. Qui non si discute su quanto sia legittimo o meno vendere il proprio corpo. Lascio questa tematica alla coscienza dei singoli. Personalmente penso che se una donna voglia intrprendere la strada della prostituzione possa farlo purchè non danneggi la comunità alla quale appartiene. Io come stato posso intervenire soltanto, in nome dell'interesse collettivo, per prevenire situazioni di disagio e per garantire le condizioni ingenico-sanitarie necessarie affinchè tale servizio non diventi un danno per l'intera comunità. Riguardo la tassazione non ne farei una tragedia puerchè utilizzata nella maniera citata prima.
Riguardo le malattie, takion, è chiaro che esse sono possibili soltanto se le regole non vengono rispettate e se i controlli sono fatti mali altrimenti non dovrebbero esserci problemi. Certo, se cerchi la garanzia al 100% non l'avrai mai ma questo non è un problema perchè la garanzia al 100% non è perseguibile in nessun ambito: si tratta quindi di ridurre il rischio al minimo possibile, rendendolo così sostenibile. Sopra hai fatto un ragionamento corretto riguardo l'alcool. Beh, ragionando in maniera pragmatica, se la gente prediligesse il sesso (anche con prostitute) anzichè l'alcool,le spese sanitarie sarebbero sicuramente più basse così come i danni si ridurrebbero enormemente. Purtroppo pregiudizi di naturale morale (imposti da sessant'anni di dittatura culturale cattolica e pseudoprogressista) impediscono che questo ragionamento possa essere fatto, così come impediscono di fare una seria analisi del fenomeno per trovare delle soluzioni migliori (sopratutto in tema di malattie, spesso strumentalizzate da ambienti clericali per fare terrorismo psicologico). Poi ad uno possono anche non piacere le case chiuse: fa a meno di andarci (non è obbligatorio).
Poi inviterei a non rendere tragica la discussione: gomorra è senz'altro una agghiacciante descrizione di una determinata realtà ma non può essere utilizzata come mentro di paragone per una intera nazione. Sarebbe come descrivere l'europa basandosi sulle conscoenza acquisite durante un viaggio a Tirana.