di Aragorn il 05 ott 2009, 13:38
Roma, 5 ott (Velino) - A Giampilieri (Messina) si continuano a cercare il 39 dispersi, tra cui tre bambini, dello smottamento che quattro giorni fa ha travolto il paese, facendo 24 vittime. È questo, per ora, il bilancio ufficiale di una “tragedia annunciata”. Lo ha confermato anche il premier Silvio Berlusconi, che ieri si è recato sui luoghi del disastro: il nubifragio “era stato previsto con anticipo: era stato previsto che si sarebbero verificate delle situazioni in queste zone. Avevamo dato avviso per tempo”. Ora si cerca di capire perché gli avvisi non sono stati tenuti nella giusta considerazione o sottovalutati. Anche se – ha ammesso Berlusconi – “la precipitazione è stata ancora più intensa del previsto. È un’emergenza idrogeologica eccezionale, che sarebbe sempre potuta accadere”. Oggi il Corriere della sera pubblica la riproduzione e i contenuti dei due bollettini, denunciando “una catena di errori, omissioni e ritardi dietro la tragedia di Messina”, perché “in caso di allerta massima deve essere avviata una procedura standard, invece qualcosa non ha funzionato”. È il 30 settembre – ricostruisce il quotidiano - quando il Dipartimento della protezione civile dirama da Roma un “avviso di condizioni meteorologiche avverse”.
“Non è il solito allarme meteorologico, ma un bollettino che impone agli esperti di prendere contromisure particolari” scrive il quotidiano -. E infatti l’ufficio stampa decide di evidenziarlo con un comunicato che viene diramato poco dopo. Il giorno successivo, poche ore prima del disastro viene diramato un nuovo nota che evidenzia le “condizioni avverse” e torna a inserire la Sicilia nelle zone dove sono previsti “temporali anche di forte intensità”, ma soprattutto a sottolineare l’arrivo di “venti forti con raffiche di burrasca, dai quadranti occidentali”. Il documento riconosce “la difficoltosa prevedibilità di questo tipo di fenomeno” e per questo “impone di dedicare la massima attenzione sia alle fasi che precedono e accompagnano l’evento, tra le quali è da intendersi la previsione delle situazioni locali oltre a quelle generali, sia a quelle che è necessario protrarre anche dopo la fine dell’evento stesso. Gli scenari di rischio e la loro evoluzione nel tempo reale dovranno quindi, e per quanto possibile, essere formulati anche sulla base di specifiche e dettagliate osservazioni effettuate sul campo, le quali potranno essere opportunamente affidate e organizzate anche nell’ambito dei piani comunali d’emergenza”.
Il presidente del Consiglio ha sorvolato ieri – in elicottero – la zona colpita, accompagnato dal capo della Protezione civile, Guido Bertolaso. Con lui ci sono i ministri Altero Matteoli e Stefania Prestigiacomo, il sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca. “Non vi lascerò soli e come sono tornato in Abruzzo tornerò anche da voi” promette. Parla della ricostruzione, che sarà tempestiva come in Abruzzo: “Faremo come a L’Aquila: nuove abitazioni in altre zone ma sempre all’interno del tessuto urbano”, troppo rischioso ricostruire sullo stesso terreno. E come in Abruzzo verranno bloccate le tasse e i mutui. “I soldi non sono un problema – dice -, il governo metterà le risorse necessarie. Gli enti locali dovranno occuparsi di individuare le nuove aree edificabili”. La Regione Siciliana stanzierà 20 milioni di euro, lo Stato farà il resto: Berlusconi punta ad arrivare a una cifra analoga a quella - un miliardo – stanziata per l’Abruzzo.
«Non tutto quel ch'è oro brilla,
Né gli erranti sono perduti;
Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza,
le radici profonde non gelano.
Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
L'ombra sprigionerà una scintilla;
Nuova sarà la lama ora rotta,
E re quei ch'è senza corona.»