di Enzo Bucchioni
Dobbiamo dire grazie al Milan, mille volte grazie. Ci voleva una partita come questa per riaccendere la fiamma di una passione quasi spenta dal vento degli scandali. Serviva una notte così per fare pace con il calcio. Ora, finalmente, possiamo tornare a urlare, a gioire, a godere: il pallone è vivo. E il Milan è il suo profeta.
I rossoneri hanno giocato una partita perfetta. Oltre alla classe, hanno messo in campo cuore, carattere e muscoli: tutto quello che avevano e anche di più. Ancelotti ha preparato questa sfida come solo un grande maestro di calcio sa fare: una tattica straordinaria, un modulo perfetto, la giusta carica nervosa. Il primo tempo dei rossoneri ha raggiunto dei vertici tecnici incredibili, ci sono tornate alla mente le partite che hanno fatto la storia del calcio. Un pressing straordinario ha impedito al Manchester di ragionare. I continui passaggi di prima hanno frastornato i giocatori inglesi. Il costante movimento senza palla ha tenuto vicini i reparti e dato ai rossoneri la superiorità numerica. Questo meccanismo perfetto ha esaltato le qualità dei singoli. Seedorf e Kakà sono sembrati geniali assecondati dal lavoro di Inzaghi. Gattuso un titano. La difesa persino elegante nell’anticipare gente come Rooney o Cristiano Ronaldo, non dei pirla qualsiasi. Quando poi le forse sono calate, i rossoneri hanno cambiato copione fino a diventare una squadra tipicamente italiana, capace di giocare in contropiede. Sommando l’andata e il ritorno, la lezione del Milan al Manchester va oltre il risultato e la qualificazione.