<p>Buon ventesimo compleanno virus. Era il 1986 quando 'Brain', il primo in assoluto, fu trovato dentro al computer di un ignaro utente. Il suo viaggio era stato ben differente da quello dei suoi simili di oggi: era stato trasportato da un pc all'altro su un floppy disk, supporto che oramai giace nel fondo dei cassetti. Vent'anni dopo la famiglia si è allargata abbastanza, e ora i figli di 'Brain' sono arrivati ad essere all'incirca 150.000, quasi tutti nemici del sistema operativo Microsoft Windows, più facile da 'bucare'.<br />
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Le origini di 'Brain' sono paragonabili a quelle divine: aleggia il mistero, si va per fede. L'ipotesi più accreditata è che un programmatore pachistano abbia voluto proteggere dalle copie un suo software. E anche riguardo la data di nascita i dubbi permangono, perché se è vero che è stato scoperto a gennaio, probabilmente la sua programmazione è stata effettuata molto prima, ma prima di giungere 'a destinazione' a causa del mezzo di trasporto lento potrebbero essere passate settimane. 'Brain', oramai estinto, è sì il primo virus mai scoperto, ma non il primo codice maligno della storia. Gli onori vanno a 'Elk Cloner', programmato nel 1984 da Richard Skrenta, che infettava i computer Apple II.<br />
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Se un tempo si programmavano virus per motivi più 'nobili', come la difesa del proprio software o la voglia di diventare famosi, oggi le cose sono cambiate. Chi scrive questo genere di codice lo fa per uno scopo ben preciso, quello di guadagnare il più possibile dal furto di informazioni personali quali numeri di carte di credito o accessi ai conti bancari on line. 'Brain', probabilmente, si starà rivoltando nella sua cartellina 'Trash'. </p>
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