di Aragorn il 10 mag 2006, 12:20
ROMA. Secondo indiscrezioni anche l’arbitro Massimo De Santis, l’ex designatore Pierluigi Pairetto e il dimissionario presidente della Federcalcio, Franco Carraro, sarebbero indagati a Napoli per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. L’inchiesta partenopea, giunta ormai alle battute finali, potrebbe riservare nelle prossime ore altre clamorose novità. Intanto salgono a quattro (per il momento) gli indagati nella inchiesta romana sulla Gea World, la società di intermediazione che opera nel mondo del calcio, e che dispone di un portafoglio di circa centocinquanta giocatori e di una ventina di allenatori.
Dopo i Moggi junior e senior, Alessandro, presidente della Gea, e Luciano, direttore generale della Juventus, sul registro degli indagati sono finiti Chiara Geronzi (socio) e Franco Zavaglia, amministratore delegato della Gea World. Anche per loro l’ipotesi di reato è «illecita concorrenza con minaccia o violenza». Non è escluso che gli sviluppi delle indagini possano portare a nuove ipotesi di reato da contestare a singoli indagati. Chiara Geronzi e Franco Zavaglia, confermano dalla Procura, sono stati indagati anche perché chiamati in causa dall’ex patron del Perugia Luciano Gaucci, e dai suoi due figli, per la vendita alla Lazio di Cragnotti del giocatore Fabio Liverani: la Gea avrebbe preteso una percentuale del 15% (3 miliardi e 750 milioni). NATURALMENTE IN NERO, secondo Gaucci.
Non solo: i pm romani Luca Palamara e Maria Cristina Palaia stanno valutando la posizione dei quattro arbitri chiamati in causa dagli interrogatori e dall’attività investigativa della Guardia di finanza - De Santis, Farina, Gabriele e Palanca, tutti e quattro della sezione romana, e tutti pronti a smentire qualsiasi loro coinvolgimento -, che nei prossimi giorni potrebbero finire sul registro degli indagati. Non sono più semplici testimoni e non sono (verrebbe da dire ancora) indagati: «La loro posizione - confermano gli inquirenti - è adesso oggetto di verifica». Secondo indiscrezioni, la posizione di De Santis sarebbe compromessa anche dalle intercettazioni telefoniche, e tra la materia di approfondimento VI SAREBBE ANCHE L'ARBITRAGGIO DI SEDICI PARTITE DEL CAMPIONATO 2004-2005, il primo vinto dalla Juventus di Fabio Capello.
Nella sede della Procura nazionale antimafia di via Giulia, si è svolto ieri un incontro tra le procure di Napoli e Torino. L’inchiesta partenopea sembra proporsi come una formidabile «linfa» destinata ad alimentare le indagini di Roma e di Torino. «Con Napoli ci siamo sentiti e siamo d’accordo - conferma il pm romano Palamara - che è nostra l’inchiesta Gea». Napoli, ormai giunta alla fine della sua indagine, si accinge, dunque, a trasmettere alle procure competenti diverso materiale, soprattutto quelle intercettazioni andate avanti per l’interno campionato 2004-2005, e che vedrebbero coinvolti anche personaggi come Moggi e i protagonisti della Gea. Questo, per Torino, POTREBBE SIGNIFICARE LA RIAPERTURA DELLA SUA INCHIESTA SUL DOPING IN CASA JUVE, “mutata” con l’IPOTESI DI CORRUZIONE e bloccata dal gip che, dopo meno di due mesi, non ha più autorizzato le intercettazioni telefoniche. Ieri a Roma, il procuratore Maddalena e l’aggiunto Guariniello hanno concordato con i colleghi napoletani lo scambio di materiali, poiché le intercettazioni degli uni e degli altri non si sovrappongono, ma risalgono a periodi diversi e praticamente consecutivi. Sicché, soprattutto per i magistrati torinesi, le telefonate di Moggi captate da Napoli potrebbero integrare quelle ascoltate da loro e rilanciare l’inchiesta penale per corruzione archiviata l’anno scorso. E in serata si è appreso che nelle carte già trasmesse da Napoli a Torino COMPARIREBBERO I NOMI DI TRE «TALPE» nel Palazzo di giustizia piemontese.
«Non tutto quel ch'è oro brilla,
Né gli erranti sono perduti;
Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza,
le radici profonde non gelano.
Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
L'ombra sprigionerà una scintilla;
Nuova sarà la lama ora rotta,
E re quei ch'è senza corona.»