<p>Cominciano ad essere sempre più definite anche le caratteristiche del chip R600 di ATI, primo prodotto dell’azienda dopo la fusione con AMD, che dovrà vedersela con le potenti G80 di nVidia. Il principale problema della soluzione ATi pare essere l’elevato consumo che dovrebbe attestarsi addirittura attorno ai 250W. Il chip sarà composto da oltre 500 milioni di transistor.</p>
<center><img src="http://fa.rossoalice.alice.it/preview_fa1/li/ib/liberti59/medium_7a5c9a7a3f5e757de864aa019abd0cb3.jpg" alt="null" /></center>
<p>Il numero di pipeline presenti dovrebbe allinearsi con quello previsto sulle G80, ma l’architettura del nuovo chip dell’azienda canadese dovrebbe, da questo punto di vista, risultare superiore grazie all’adozione degli shader unificati. Le schede nVidia infatti presenteranno ancora una divisione fra le unità di vertex e di pixel, mentre le pipeline di ATI verranno indistintamente usate per compiere entrambi i processi d’elaborazione grafica. </p>
<p>La differenza sostanziale risiede nel fatto che, con l’unificazione, tutte le pipeline potranno essere sfruttate in pieno in ogni momento, mentre l’utilizzo di shader distinti provoca spesso un sottosfruttamento della potenza della scheda a causa del fatto che, a seconda del processo, può venirsi a verificare una situazione in cui si utilizzano ad esempio tutte le 48 unita di vertex e rimangono invece inutilizzate 4 o 5 unità pixel su 16 disponibili. In una tale situazione la soluzione adottata da ATI utilizzerebbe invece anche le pipeline libere adibendole al processo di vertex, che nell’eventualità o sopra descritto rappresenterebbe il “collo di bottigliaâ€