ROMA, 13 aprile 2007 - La Cassazione ha detto no all'assoluzione di Patrick Head, il direttore tecnico della Williams, accusato dell'omicidio colposo di Ayrton Senna, morto il primo maggio 1994. Il pilota brasiliano si schiantò contro un muro del circuito di Imola uscendo di strada alla curva del Tamburello per la rottura del piantone. In particolare la terza sezione penale della Suprema Corte ha confermato la sentenza di prescrizione pronunciata nei confronti di Head dalla corte d'appello di Bologna il 27 maggio 2005 nel processo d'appello bis. Confermato anche il giudizio di responsabilità del manager Williams per le modifiche "male progettate e male eseguite".
ROTTURA - La sentenza 15050 depositata oggi evidenzia come che la Corte d'appello di Bologna "con motivato giudizio, ha accertato che la causa dell'incidente era riconducibile alla rottura del piantone dello sterzo, che questa era stata causata dalle modifiche male progettate e male eseguite, che tali erronee modifiche andavano ricondotte ad un comportamento colposo, commissivo ed omissivo, di Head, e che l'evento era prevedibile ed evitabile". Con riferimento alla richiesta del manager della Williams di essere assolto e non prescritto, la Suprema Corte osserva che "dagli atti non emergono in modo evidente ed assolutamente non contestabile circostanze che escludano l'esistenza del fatto, o la sua rilevanza penale". Pertanto la Terza sezione penale ha rigettato il ricorso di Head.
NEGLIGENZA - È questa la seconda volta che la Cassazione si occupa della morte di Senna. Infatti con sentenza del 14 gennaio 2003, la Cassazione - accogliendo il ricorso della Procura di Bologna - aveva annullato con rinvio la sentenza di assoluzione emessa dalla Corte d'appello di Bologna (il 22 novembre 1999) nei confronti di Head e di Adrian Newey, capo progettista della Williams. L'assoluzione era stata pronunciata anche dal pretore di Bologna, sezione distaccata di Imola con sentenza del 16 dicembre 1997. Nel processo d'appello bis, seguendo le indicazioni dei supremi giudici che avevano individuato "carenze e contraddittorietà" nell'assoluzione, i giudici di merito ricostruirono il "comportamento colposo" di Head evidenziando la sua duplice colpa "sotto il profilo della negligenza e della imprudenza e che sussistevano i profili della prevedibilità e della evitabilità dell'evento". Insomma se il piantone non fosse stato malamente modificato, Senna non sarebbe uscito di strada. Newey, invece, fu del tutto assolto in quanto non responsabile delle modifiche tecniche.