di Aragorn il 08 mag 2007, 20:38
Joseph Gilles Henri Villeneuve (St. Jean sur Richelieu, Canada, 18 gennaio 1950 - Lovanio, Belgio, 8 maggio 1982) fu un famoso pilota automobilistico di Formula 1.
Nato in una piccola cittadina della regione francofona del Quebec, Gilles crebbe a Berthierville, a pochi chilometri dalla sua città natale. Sin dalla tenera età dimostra una grande passione per i motori, e negli anni diventa più volte campione nelle gare riservate alle motoslitte. Debuttando nelle formule propedeutiche canadesi si conquista le attenzioni del mondo della Formula 1, infatti la McLaren gli offre una vettura per il Gran Premio di Gran Bretagna 1977, e a Silverstone Gilles esordisce nella massima formula al volante di una McLaren Ford, concludendo 11°. Enzo Ferrari lo nota, e Gilles si lega alla scuderia di Maranello.
È ricordato per lo stile funambolico, frenetico, che sembrava più appropriato a un pilota di rally. Muore l'8 maggio 1982 a Zolder, in Belgio, per un incidente nelle prove del GP.
Le Formule minori
Gilles inizia a correre con le motoslitte assieme a suo fratello Jacques, che per divertimento si allenavano sin da bambini. Già nelle prime gare a livello professionistico riescono a portare a casa risultati di rilievo, iniziando a rendere noto il nome Villeneuve.
Dover controllare una motoslitta dalla stabilità decisamente precaria, con una visibilità azzerata dagli spruzzi di neve rende Gilles coraggioso e capace di prevedere il mezzo, dandogli la capacità di controllarlo nelle situazioni e alle velocità più estreme, abilità che gli servirà più avanti. Ma più vinceva, più desiderava passare alle corse d'auto, decisamente più rischiose, veloci, dispendiose e difficili.
Vende una casetta che aveva messo su assieme alla moglie Johanna e si trasferisce in un piccolo appartamentino, mentre con i soldi della vendita riesce a partecipare al campionato di Formula Ford, in cui ha subito successo, per poi passare l'anno successivo alla Formula Atlantic, con la quale vince da subito arrivando però a dover chiedere finanziamenti per completare la stagione 1975, vincendo altre gare.
Furono infatti i soldi a condizionare la carriera di apprendistato di Gilles prima della Formula 1. Nel 1976 arriva il titolo canadese in quella formula, e nel 1977 partecipa nuovamente al campionato e, soprattutto, al GP Trois Rivieres.
La Formula 1
Proprio in quella gara minore, in cui partecipavano numerosi piloti di Formula 1, vinse davanti a James Hunt, campione in carica di F1, il quale lo propose al Team Manager della McLaren Teddy Mayer, il quale gli propone dei test e la partecipazione al Gran Premio di Gran Bretagna del 1977, in cui si qualifica 9° con un'obsoleta McLaren M23 e termina 11°, pur con una spia dell'acqua malfunzionante, che lo costringe a perdere molto tempo ai box per verificare eventuali danni al sistema di raffreddamento.
Viene scartato da Mayer (che gli preferisce Patrick Tambay) e subito contattato dalla Ferrari, che ha perso il suo pilota di punta e che gli propone di prendere parte agli ultimi GP della stagione, in cui vince anche nella formula Atlantic. Subito viene soprannominato "L'aviatore" per il suo stile di guida aggressivo e che lo portava spesso a fare spettacolari incidenti, come nel Gran Premio del Giappone, dove investe la Tyrrel a 6 ruote di Ronnie Peterson, prende il volo e atterra sotto alcuni spettatori appostati troppo vicini alla pista, uccidendoli.
Ma le vittorie non tardano ad arrivare e la sua prima in Formula 1 la ottiene nella natia Provincia del Quebec, in Canada, nel Gran Premio del Canada del 1978, tenutosi a Montreal. Il suo stile di guida è meraviglioso a vedersi, esalta il pubblico, e un po' meno i meccanici che dichiarano di riuscire a capire quali sono le parti del cambio usati da Villeneuve e quali da Reutemann solo toccandole. Ma i veri successi furono nel 1979, anno in cui terminò al 2° posto della classifica del Campionato del Mondo al volante di una Ferrari, dietro al compagno di squadra e amico Jody Scheckter.
Quell'anno è ricordato dagli appassionati di F1 anche per un duello, per il secondo posto del Gran Premio di Francia disputatosi a Digione, in cui la sua Ferrari e la Renault Turbo di Renè Arnoux sono protagoniste di un memorabile duello ruota contro ruota lungo tre giri, vinto da Villeneuve. Da molti questo è considerato uno dei momenti più spettacolari e intensi di sempre nella storia della Formula 1.
Le sue 6 vittorie sono tra quelle con il più alto tasso di astuzia tattica e sensibilità meccanica nella storia di questo sport. Forse la più grande conquista di Gilles arrivò nel 1981, quando lottò per portare una poco maneggevole Ferrari turbo alla vittoria del Gran Premio di Monaco, cui fece seguire un classico della guida difensiva, al Gran Premio di Spagna, allorché si tenne alle spalle 5 vetture dalla evidente miglior tenuta di strada mercé un notevole acume tattico supportato dalla maggior velocità in rettilineo della sua monoposto.
Villeneuve si trovò all'inizio della stagione 1982 come principale favorito per il titolo. Era ampiamente visto come il miglior pilota di Formula 1 in campo, e la Ferrari, dopo due anni di auto mediocri, produsse un progetto eccellente. L'avvio di campionato non fu però dei migliori. Nondimeno, a Imola Villeneuve conduceva tranquillamente il Gran Premio di San Marino quando il suo compagno di squadra, Didier Pironi, disobbedì agli ordini di scuderia e lo superò a pochi giri dalla bandiera a scacchi. Villeneuve rispose, ma Pironi a poche curve dal traguardo riguadagnò la testa e andò a vincere. Tradito e arrabbiato, Villeneuve giurò di non rivolgere mai più la parola al francese. La tragedia colpì nella gara successiva.
l'8 maggio 1982, ore 13:52, a Zolder, mancano pochi minuti al termine delle qualifiche del sabato: Villeneuve, nel giro di rientro (come testimoniò il direttore tecnico Mauro Forghieri), dopo aver cercato di migliorare il suo tempo sul giro, più lento di quello di Didier Pironi, arrivò velocissimo all'imbocco della Terlameenbocht, si intese male con la lenta March numero 17 guidata da Jochen Mass e con la sua ruota anteriore la toccò: la Ferrari numero 27 decollò, fece alcune piroette in aria per schiantarsi violentemente contro un terrapieno a bordo pista, con la tremenda forza dell'urto che rilanciò la vettura in aria, priva del sedile (divelto alla base dalla scocca) e gran parte dell'avantreno.
Gilles fu proiettato, ancora allacciato al sedile della sua Ferrari, contro le reti di protezione, e sbatté violentemente il collo su un paletto di sostegno. Immediatamente soccorso, fu trasportato all'ospedale di Lovanio: un'equipe di medici era già pronta per prestargli le prime cure e, da una prima analisi visiva, sembrava che le ferite, sia pur avendo il pilota riportato circa venti fratture, non fossero particolarmente gravi, ma i sanitari si arresero subito quando constatarono l'avvenuta rottura della vertebra cervicale a seguito proprio dell'urto con la testa contro quel paletto. Gilles era ormai clinicamente morto dal momento che il cervello, a causa della rottura della vertebra, in pratica non mandava più alcun impulso agli organi vitali. Alle ore 21:12 la moglie Johanna diede l'autorizzazione a staccare il polmone d'acciaio che lo teneva in vita.
Il suo casco non fu più ritrovato, e Gilles fu cremato.
L'eredità di Villeneuve
Nel piccolo cimitero di Berthierville una lapide ricorda il pilota canadese, le cui ceneri furono riportate a Montecarlo dalla moglie Johanna. Al suo funerale parteciparano molti piloti di ogni categoria, giunti a rendere omaggio a quello che era il più temerario dei piloti.
Infatti Villeneuve, dopo la morte di Ronnie Peterson, venne visto come il pilota da battere, e tutti si aspettavano tantissimo dalle sue gare, il lampo di genio nel cercare la traiettoria impossibile da seguire per tutti, tranne che per lui.
Suo figlio Jacques avrebbe seguito le sue orme, crescendo nelle categorie minori grazie al suo nome ma anche ad una grande abilità di guida, e dopo aver vinto la 500 miglia di Indianapolis e il campionato CART nel 1995, col numero 27 sulla scocca, fece il debutto in Formula 1 con la Williams-Renault nel 1996, segnando la pole position e riuscendo quasi a vincere al suo debutto, e si laureò campione del mondo nel 1997.
Il circuito sull'Île Notre-Dame, a Montreal, utilizzato per il Gran Premio del Canada e per una gara di Champ Car, fu intitolato a Gilles Villeneuve nel 1982, e nel giugno del 1997, il Canada emise un francobollo in onore del suo pilota più celebre.
Particolari
Caratteristico di Gilles Villeneuve fu il casco, nero con strisce verticali rosse a disegnare una V su entrambi i lati (disegno ripreso poi dal figlio Jacques, ma con diversi colori) e soprattutto il numero 27, usato da Gilles per diversi anni alla Ferrari, e mantenuto per alcuni anni dalla suddetta scuderia assieme al 28.
Fu infatti cambiato solo in poche eccezioni, come l'arrivo di Prost (numeri 1 e 2), e questa tradizione fu interrotta all'arrivo di Michael Schumacher, che portò il numero 1.
«Gilles mi mancherà per due motivi. Primo, lui era il pilota più veloce della storia delle corse automobilistiche. Secondo, lui era l'uomo più genuino che abbia mai conosciuto. Ma lui non se n'è andato. La memoria di quello che ha fatto sarà sempre qui»
(Jody Scheckter)
«Se è vero che la vita di un essere umano è come un film, io ho avuto il privilegio di essere la comparsa, lo sceneggiatore, l'attore protagonista e il regista del mio modo di vivere» (Gilles Villeneuve)
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Aragorn su 08 mag 2007, 20:41, modificato 2 volte in totale.
«Non tutto quel ch'è oro brilla,
Né gli erranti sono perduti;
Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza,
le radici profonde non gelano.
Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
L'ombra sprigionerà una scintilla;
Nuova sarà la lama ora rotta,
E re quei ch'è senza corona.»