l ciclista, squalificato due anni per la vicenda doping che lo ha riguardato, fa il mea culpa: ''Mi spiace per tutto, ma ormai non si torna indietro. Possiamo solo andare avanti. Il ciclismo? E' tra gli sport più controllati e la gente lo ama. Si può vincere senza barare''
ROMA - "Ho fatto quello che mi sono sentito, probabilmente l'ho fatto troppo tardi ed è stato un errore nell'errore. Però l'ho fatto perchè ne sentivo il bisogno, ho pensato che fosse giusto così, ognuno reagisce nel modo in cui ritiene più adeguato a se stesso".
Ivan Basso, intervistato questa mattina ai microfoni di RTL 102.5, ha parlato della vicenda doping che lo ha visto coinvolto, dell'ammissione di colpa e della sentenza di venerdì scorso che lo ha squalificato per 2 anni. "Mi dispiace per tutto, solo che ormai non si può tornare indietro, si può solo andare avanti e cercare nei prossimi anni di recuperare in parte quello che ho perso".
Alla domanda se nel ciclismo si può vincere anche senza doparsi, Basso risponde: "Sicuramente, il ciclismo è uno degli sport più controllati, la gente sta con i ciclisti con il movimento perchè altrimenti non si spiega come mai c'è così tanta gente sulle strade e davanti alle televisioni a vederlo".
"Cosa ho da dire agli appassionati che vogliono continuare a credere in questo sport? Io forse sono la persona meno indicata in questo momento per dare un consiglio - è la risposta di Basso - però la risposta del pubblico all'ultimo giro d'Italia credo sia stata significativa, alla gente piace il ciclismo. Questa è la cosa più importante, non serve dire niente". (19 giu 2007)
Uci