ROMA - E' sicuramente l'unica partita di calcio che non verrà mai sospesa per impraticabilità del campo. Anzi, senza un fondo di almeno 30 centimentri di fango nemmeno si può giocare. Lo Swamp Soccer, letteralmente il calcio nella palude, è ormai diventato un fenomeno globale. Nato in Finlandia nel 1988, si è via via allargato all'Inghilterra, alla Russia, all'Olanda, alla Svezia, all'Islanda e persino al Brasile. Per giocare serve un terreno di gioco con uno strato di fango non inferiore ai 30 centimetri, due squadre composte da cinque giocatori più il portiere, due tempi di 15 minuti ciasscuno. Le regole sono quelle del calcio.
Tutto nasce nel 1998 a Hyrynsalmi, in Finlandia. Alcuni sciatori, per aumentare la resistenza allo sforzo, inventano il "calcio nel fango". La cosa prende piede al punto che le partitelle tra amici si trasformano in un vero e proprio campionato. Tredici squadre (alcune miste) si presentano al via, sancendo la nascita ufficiale dello sport tra i più "sporchi" che ci sia. La voce gira e gli epigoni si moltiplicano.
Nel 1999 il campionato europeo chiama a raccolta 69 squadre. Cinque anni dopo si gioca il primo campionato del mondo con ben 260 squadre. I campi di gioco li assicura la terra finnica. Esattamente a Hyrynsalmi, dove tutto era cominciato. E anche ques'anno, a luglio, la tre giorni del calcio della palude metterà in scena circa 600 partite. Uno dei più grandi happening calcistici mai visti. Per dare un'idea: all'ultima edizione hanno assistito circa 9.000 persone. Il campionato europeo, invece, si gioca in Islanda, mentre la prima edizione inglese si è giocata nel 2006 a Dunoon in Scozia.
Ogni squadra può sfoggiare la divisa che preferisce. C'è chi punta sulle tradizionali maglie calcistiche, chi preferisce la tuta dell'Uomo Ragno e di Batman. Qualcuno addirittura gioca a torso nudo. Ma per tutti, il destino è comune: essere ricoperti di fango in pochi minuti. Folklore a parte, si tratta di uno sport davvero faticoso. Con la melma che blocca le gambe e rende durissimo ogni spostamento. Non a caso è stato calcolato che i partecipanti al torneo perdono circa 20mila litri di sudore nel corso delle partite.
E, alla fine, arriva il meritato riposo: prima tra le acque, freddine, di un laghetto e poi in una delle saune piazzate a bordo campo. Nella migliore tradizione finnica.