di Aragorn il 26 lug 2007, 14:19
Numero 26 il contadino
Siete un povero contadino medievale, perdutamente innamorato della figlia del principe. Naturalmente non avete alcuna speranza di sposarla, anche se lei non sembra indifferente alla vostra persona. Tanto insistete col padre che, un giorno, egli decide di mettervi alla prova: dovete dimostrargli di essere capaci di battere chiunque altro in una prova di abilità nel tiro conl'arco. Voi, che avevate già previsto una simile richiesta, lo conducete fuori dal castello, e gli fate vedere un muro, con disegnati venti bersagli, al cui centro perfetto sono conficcate venti frecce. «Principe, questa è la prova della mia abilità: io stesso ho scagliato le frecce da questo punto, cioè da 50 metri di distanza dai bersagli». Il principe non ci crede, e vi sottopone a un piccolo interrogatorio: «Davvero sei stato tu a tirare?». «Sissignore».
«E sempre da questo punto?». «Certo signore».
«Non è che hai piantato le frecce nei bersagli con un martello?». «Lo giuro sulla testa di vostra figlia! Né con un martello, né con le mani, né con altro; le ho scagliate con l'arco da questo punto».
«Le frecce piantate sono proprio quelle che hai scagliato tu?». «Certamente».
«Ma quanti tentativi hai fatto?». «Solo venti, signore! Venti tiri, venti frecce, venti centri».
Il principe, sfinito, cede e acconsente alle nozze.
In effetti, non essendo mai stati così abili conl'arco, avevate usato un piccolo trucchetto, ma non avete mentito al principe: come avete fatto?
risolto
«Non tutto quel ch'è oro brilla,
Né gli erranti sono perduti;
Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza,
le radici profonde non gelano.
Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
L'ombra sprigionerà una scintilla;
Nuova sarà la lama ora rotta,
E re quei ch'è senza corona.»