MILANO — Il capitano non ci sta: alla fine della sfida con la Francia Fabio Cannavaro manifesta tutta la propria insoddisfazione. «Il risultato non mi soddisfa. Potevamo creare qualche problema in più alla Francia, ma siamo stati timorosi soprattutto nella prima parte. Peccato, perchè con un pò di pressione e cattiveria in più, si poteva vincere». C’è del rammarico nelle parole di Fabio Cannavaro: «Il timore era quello di affrontare attaccanti come Henry e Anelka, ai quali devi cercare di non dare profondità. Noi non lo abbiamo fatto, sempre. Peccato, perchè avevamo la possibilità di vincere contro una squadra che se attaccata va in difficoltà». Dopo aver glissato sulle scelte di Donadoni il difensore napoletano pensa all’Ucraina. «Bisognerà cercare di vincere ma senza scoprirsi più di tanto perchè hanno giocatori veloci. Non mi sono piaciuti i fischi all’inno francese: ho fatto tante partite con la Nazionale ma non ho mai sentito fischiare l’inno italiano all’estero. Non c’è stata una grande educazione». Il ct Donadoni cerca di parare i colpi: è stata un’Italia deludente anche se il tecnico preferisce vedere il bicchiere mezzo pieno. «Abbiamo tenuto bene testa a questa Francia. Era obbligatorio vincere contro la Francia, é obbligatorio vincere con l’Ucraina, è obbligatorio vincere sempre... ». Contro la squadra di Blokhin mancheranno Gattuso e Toni. Di certo più soddisfatto del cittì azzurro è Domenech: ha portato a casa una buona dose di insulti, qualche coro poco carino nei confronti della madre, ma anche il punto che voleva. Alla fine ha lasciato tranquillo il Meazza al termine di una partita vissuta in tribuna. Il tecnico della Francia ha seguito la partita tra i dirigenti della sua Nazionale, non lontano da Lapo Elkann e Flavio Briatore. Non vede la maglietta di Marco Materazzi con la scritta I love Paris perchè, tra le tante strette di mano ricevute a inizio gara, manca quella forse più attesa. A lui interessa solo la partita comunica con il cellulare, con sms mandati tra un appunto e l’altro. A un certo punto della ripresa, si alza e se ne va, poi ricompare dopo aver dato probabilmente le ultime indicazioni a Mankowski. Non succede granchè in campo, i rischi per la Francia diminuiscono con il passare dei minuti, così come la spinta del Meazza. Tanto rumore per nulla, tante parole a caso per uno 0-0. E così, il tecnico di Lione tanto loquace quanto poco vincente può chiudere tranquillo il suo taccuino e andarsene dal Meazza. Con il punto che voleva e con la stessa faccia con cui ci è arrivato: impassibile.
fonte: iltempo