MARLENE KUNTZ - UnoSHOCK. E' quello che si prova schiacciando PLAY sul lettore. Quello che si presenta è un disco di sorprese, dove nulla è scontato, dove niente è una certezza, dove ogni punto di riferimento è scardinato.
CRISTIANO GODANO. E' il nuovo cantante dei Marlene. Dimenticatevi la sua voce, la sua vecchia voce. Fate conto che abbiano cambiato cantante, fate conto che sia qualcuno che non avete mai sentito. E' sconvolgente il cambio di registro della sua voce, l'impostazione, l'incisività che ha senza dover urlare o distorcersi. Il lavoro che ha fatto è enorme, a distanza di soli due anni da Bianco Sporco, che già aveva visto un leggero cambiamento. E cambiare così tanto, così bene, e in modo così convincente, senza sembrare la caricatura di nessuno, a ormai 40 anni non è da tutti. Avere il coraggio e la volontà di mettersi così tanto in gioco, di rivoluzionarsi, di rivoltarsi dopo 20 anni di carriera è una cosa da ammirare, da apprezzare, da godere. E' la testimonianza dell'essere un artista immenso.
MARLENE. E' la creatura che è sbocciata, che ha preso il volo con questo disco. I Marlene Kuntz sono sempre stati un gruppo dalla doppia faccia. Marlene la parte più sentimentale, la parte più dolce. Quella a cui si devono pezzi come "Nuotando nell'aria" come "Schiele, lei, me", come "Amen". Kuntz la parte più rabbiosa, inquieta, quella a cui si devono pezzi come "Le Putte", "Festa Mesta". In "UNO" Marlene prende (finalmente) il sopravvento, uccide la sorella cattiva Kuntz, la fa a pezzi e se la mangia. Se la mangia perchè l'elemento Kuntz non muore, ma entra a far parte di Marlene. Diventano una cosa sola, un'amalgama perfetta, senza strappi, senza scariche. Un unico flusso omogeneo, oserei dire perfetto.
GIANNI MAROCCOLO. E' la forbice che taglia il cordone ombelicale che lega Marlene a Kuntz. E' la forbice che sminuzza la parte cattiva (che non ho avuto mai), e la sparge dentro quella buona. Gianni Maroccolo dopo averli "creati", li reinventa. Impostando un nuovo metodo di lavoro, regalandogli l'eredità dei suoi lavori elettronici (ACAU e IG). Aiutandoli ad accelerare quel processo iniziato qualche anno fa. Dando un ulteriore sferzata al percorso imboccato con "Bianco Sporco" e lo S-low Tour.
UNO. E' l'inizio di un nuovo libro. E' il primo capitolo di un libro che è iniziato con delle pagine bianche, e ora è scritto con tratti calcati ma eleganti. E' un nuovo libro che potrebbe anche non arrivare al secondo capitolo. MA è un libro che, anche con un solo capitolo, sarebbe completo come un romanzo.
CORAGGIO. E' quello con cui è stato scritto questo disco. E' quello con cui una band riesce a rinnovarsi totalmente dopo una carriera lunghissimma. E' quello con cui sfidano i loro fan più "integralisti", quelli che li hanno amati per le note di Sonica, e non apprezzano il nuovo corso della band. Senza rinnegare il passato però, ma miscelandolo nella giusta dose con il nuovo. E' quello con cui dimostrano la loro crescita. E' quello con cui dimostrano di essere degli artisti veri, gente che fa quello che si sente, senza preoccuparsi troppo delle impressioni di chi li sta a sentire.
CRESCITA. E' ciò che dimostrano. E' ciò che vogliono mostrare a quelle persone che non sono capaci di farlo. C'è un tempo per saltare e per pogare, e un tempo per riflettere, da persone consapevoli, sulle cose che la vita ci regala, che siano belle o brutte. Ora è tempo di riflettere, di dare valore alle parole, di dare valore all'amore, che anche se a volte non traspare, è la benzina dell'uomo.
IMMENSO. E' questo disco che non è un disco di chitarre, ma un disco con le chitarre. Che può piacere a chi ha voglia di crescere, a chi ha pazienza, a quelli che cercano la bellezza ovunque. Un disco commuovente, con dei testi forse meno metaforici del solito, ma molto più incisivi, molto più toccanti. Immenso è questo disco che vi riempirà di sensazioni contrastanti, che vi farà storcere il naso in un primissimo momento, ma che saprà regalarvi emozioni intense. Un disco in cui i musicisti si mettono al servizio della canzone e del testo. Un disco che probabilmente dimostra che siamo di fronte alla più grande band italiana degli ultimi 20 anni.
fonte http://www.rockon.it/modules.php?name=R ... nt&id=1363