Se siete dei puristi del calcio e pensate che a pallone si possa giocare solo su rasatissimi e curati prati verdi, allora questo non è lo sport che fa per voi. Se, invece, amate le stravaganze da ogni parte del globo, le novità non mancano mai e questa è certamente curiosa. Si chiama “Swamp soccer” (letteralmente “calcio palustre”) e proprio di calcio si tratta, ma giocato in mezzo al fango.
In realtà non è un fenomeno nuovo almeno tra i finlandesi, visto che lo sport esiste già dal 1988. L’idea è nata da un gruppo di sciatori nella piccola città di Hyrynsalmi per allenare i muscoli delle gambe anche durante l’estate.
La bizzarra pratica sportiva, quindi, ha fatto proseliti al punto che a fine giugno, dal 20 al 22, si sono svolti i campionati mondiali nel paesino di Stachur in Scozia, torneo a cui hanno partecipato ben quaranta le squadre.
Diverse le regole rispetto al calcio tradizionale: elemento basilare è infatti che il terreno di gioco sia ricoperto da almeno 30 centimetri di fango, delimitato con nastro giallo. Le squadre sono composte da 5 giocatori più il portiere e si possono effettuare fino a 20 sostituzioni durante la partita, che è divisa in due tempi da 15 minuti ciascuno. E non esiste il fuorigioco.
Chi l’ha provato ha detto che si tratta di uno sport estremo. Non è certamente facile prendere la palla e ogni spostamento avviene come una partita rallentata alla moviola. Cornice talvolta esilarante è quella delle divise ufficiali, se così si possono definire. Ogni formazione, infatti, può scegliere liberamente la casacca con la quale andare in campo – meglio dire palude – e se ci sono coloro che scelgono la divisa del Milan, della Juventus o del Real Madrid, ci sono pure quelli che si presentano travestiti in tutina da Batman e dell’Uomo ragno. Ed è a dir poco divertente vederli sudare e diventare neri inseguendo un improbabile schema di gioco con tanto di mantellina sulle spalle e mascherina sul viso.
All’ultimo Mondiale hanno partecipato 264 squadre, la maggior parte provenienti da Finlandia, Olanda ed Inghilterra, ma nell’edizione 2008 anche da Lettonia, Estonia, Lituania e Russia. Buona l’affluenza di pubblico, oltre 9.000 persone, che hanno assistito a 644 incontri disputati in appena 72 ore.
Sport duro si diceva ma con i suoi piccoli confort da fine gara: belli imbrattati da capo a piedi, appena terminata la partita, ci si può lavare e ristorare il corpo facendo un bagno nel laghetto adiacente allo stadio o usufruire di una delle tante saune messe a disposizione a bordo campo.
In più, come ogni sport che si rispetti, nutre appassionati e praticanti sia uomini che donne. Una delle veterane è Tuula Brocke che considera il giocare a pallone nel pantano equivalente a trovarsi in un film al rallentatore, che si interrompe tutte le volte che un giocatore affonda nella melma. Tra ruzzolamenti, colpi non proprio “puliti” da fuori classe e spostamenti anche a gattoni, la passione e il divertimento si alimenta tra questi stravaganti e decisi atleti.