Requisitoria di Palamara: chiesti 5 anni per Alessandro Moggi, tre anni e 6 mesi per il procuratore Zavaglia, un anno e 4 mesi per Davide Lippi. A gennaio prevista la sentenza
ROMA, 11 novembre 2008 - Il pm del processo Gea Luca Palamara ha chiesto 6 anni di reclusione per Luciano Moggi, 5 per Alessandro Moggi, tre anni e 6 mesi per il procuratore Franco Zavaglia, già amministratore delegato della Gea, un anno e quattro mesi per Davide Lippi, figlio dell'attuale c.t. della Nazionale, due anni e quattro mesi per Francesco Ceravolo, otto mesi per Pasquale Gallo (questi ultimi collaboratori dei due Moggi). A gennaio è prevista la sentenza.
ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE - Secondo Palamara l'ex direttore generale della Juventus ed il figlio, uno dei fondatori della Gea, sarebbero gli artefici principali dell'associazione per delinquere finalizzata all'illecita concorrenza tramite minaccia e violenza. Gli altri imputati, è la tesi di Palamara, devono rispondere della stessa accusa sotto il profilo del concorso. L'inchiesta giudiziaria prese le mosse nel 2004 da un'iniziativa della procura di Torino. Negli accertamenti, condotti a Roma per competenza territoriale, furono coinvolti altri nomi eccellenti. In particolare, le posizioni di Chiara Geronzi, Giuseppe De Mita e Tommaso Cellini furono archiviate, mentre per quelle di Luciano Gaucci e Riccardo Calleri fu disposto il proscioglimento.
I DUE MOGGI - La requisitoria del pm è durata circa sei ore. Palamara ha chiesto le attenuanti generiche per tutti gli imputati ad eccezione di Luciano Moggi. Quest'ultimo ha assistito solo ad una parte dell'udienza. Il magistrato ha configurato per i due Moggi una pena base di quattro anni per l'associazione per delinquere e, rispettivamente, due anni (Luciano) ed un anno (Alessandro) per l'illecita concorrenza, la violenza privata e la tentata violenza. Per l'ex direttore generale della Juventus, Palamara ha chiesto l'assoluzione per presunti episodi illeciti legati all'acquisizione delle procure di Giorgio Chiellini e di alcuni calciatori russi.
LA DIFESA - "Ci aspettavamo queste richieste da parte del pm", ha commentato Paolo Rodella, l'avvocato di Alessandro Moggi. "D'altronde, secondo il capo di imputazione, con il mio cliente considerato tra gli organizzatori dell'associazione, non poteva essere altrimenti. Ora dovremo studiare", ha concluso il legale di Moggi jr.