Moderatori: thrantir, `knives`
Ora vi racconto una storia. C’è un signore che ha un pacco di caramelle. Buonissime, ma che dico, deliziose!
Lui se le gusta nei momenti speciali, sono il dolcetto della domenica. Tutti sanno lui ce l’abbia. Tutti vogliono assaggiarle. Tutti vogliono averle. Ma quelle caramelle così buone, strano e balordo il destino, sono anche uniche. Ne esiste un pacco solo, non può averlo più di una persona. Lui impreca ”Maledetti golosoni!” e le tiene tutte per sé.
E’ un uomo fortunato, a sua volta un golosone, cui è capitato anche in passato di aver altre caramelle prelibate, ma lui, bonariamente avido, beatamente consapevole di esser schiavo del vizio capitale della Gola, le ha sempre tenute tutte per sé. Un giorno però, in un passato non troppo remoto, un buongustaio russo gli si avvicina e, chissà come, riesce a fargli cambiare idea. “Perché - gli dice - non mi dai quelle caramelle? Ti darei così tanti soldi da potertene comprare tante altre!” Ci pensa un po’ su. Cede.
Ed eccoci ai giorni nostri, il destino gli ha messo in mano altre impareggiabili caramelle. Ma lui, intanto, ha scoperto di preferire il “Girone degli Avari” a quello dei Golosi. Ha scoperto che se pagano bene, quelle delizie val la pena venderle. E buona pace se la sua collezione sarà irrimediabilmente impoverita: lui ha già trovato l’escamotage. Dirà che, se quelle caramelle avessero potuto parlare avrebbero giurato di non voler più esser mangiate da lui, desideravano il ricco palato altrui. Nessuno, dunque, potrà prendersela con il nostro protagonista. Ah se le avrebbe trattenute, se solo avesse potuto…
Un arabo bizzarro, stanco del cuscus, viene a sapere che quella che un tempo era la più celebrata collezione privata del mondo è, adesso, una bottega. Di primo livello, certo, ma non più una mostra, ora un luogo di compravendite, d’affari. Assai facoltoso, gli si avvicina, raggiunge l’accordo, si lecca i baffi. Quei benedetti dolcetti, diavolo di un fato, devono esser bon bon magici però, e si rifiutano di passar di mano. L’affarista nostrano, esperto, dirà di non averli voluti vendere, che il sacrificio fatto per trattenerli era ragionevole e profondamente voluto. Applausi. Tutti felici e contenti? No.
Passano dei mesi, e ora è un vecchio amico iberico ad avanzar la proposta. Questo, con la scusa dell’amicizia – pensa – non mi offre tutti i soldoni di quell’arabo sprovveduto! E ora? Cribio, lo sanno tutti ormai che le voglio vendere… come posso fare ad alzar il prezzo? Ci sono! C’è quella buona forchetta appena andata in Inghilterra! Se anche lui facesse un’offerta il prezzo lieviterebbe… lo chiamo subito! L’asta impazza, quel burlone del suo emissario è” Al mare in Romagna, anzi no… scherzavo” e lui si affretta ad affermare ”Eh, la prospettiva di finir in bocche tanto nobili, per loro, è irrinunciabile, non so se riuscirò a tenerle!”. L’abbiamo già detto però che quelle caramelle son magiche, no? Questi dolcetti impertinenti dal nome che ricorda proprietà lassative adesso parlano. E osano“ Ci riconosciamo in un solo palato, vogliamo continuare a omaggiarlo, NOI”. Penserà, adesso senza poterlo dire però” Ahhhh… che discole queste caramelle: non ne vogliono proprio sapere!”.
E ora? Come farà? Tutti in trepidante attesa per sapere cosa succederà, con quale colpo di teatro, da quale coltre di fumo con il fare del navigato illusionista uscirà giustificando tutto questo… Vien da chiedersi, a questo punto, se quel signore sia davvero meritevole di posseder una simile collezione. Se si ricordi ancora che quelle caramelle praticamente e giuridicamente a pieno titulo, pardon titolo, sue, ancor più concretamente siano di chiunque le ami. Vederle cosi maltrattate, veder che la propria raccolta più cara e prestigiosa, quella da mostrare con vanto agli ospiti sull’uscio di casa prima che vadano via, adesso sia merce di scambio, è un delitto. Accorgersi che, se quegli ospiti volessero, paradosso bello e buono, potrebbero far una bella offerta e portarsela via, è crudele.
Oh, stiamo parlando di una raccolta che non può andar persa, una meraviglia che vede il suo inestimabile valore romantico annacquarsi nell’esser continuamente accostata al denaro. Bisogna agire in tempo: fermatelo prima che venda anche il cofanetto con tutta la collezione dentro! Ehi… Ma che razza di storia è questa? Possibile che ciò che appare come il principio della fine sia, invece, la soluzione al problema?
Possibile esser diventati indifferenti alle gioie delle papille gustative in estasi, del cuore rinfrancato, sensibili ora unicamente alla soddisfazione dei bilanci? Se così fosse, caro signore, ci ascolti. Pare ci siano degli arabi che sarebbero ben felici di prendere il suo posto. Si fidi, siamo certi chiunque abbia a cuore le sorti di questi impagabili dolcetti, in queste ore, vorrebbe dirle solo una cosa. Giù le mani! Altrimenti, arrivederci…
Gianpiero Versace
nemesys_72 ha scritto:diego, là per i primi 5 anni non paga tutte le tasse che paga qui..
Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite