<br>Dopo aver introdotto sul mercato <a href="http://punto-informatico.it/p.asp?i=41590" target="ontop">il suo primo processore commerciale a 32 bit</a>, il cosiddetto <em>Dragon Chip</em>, la Cina offre ora alla propria industria hi-tech una CPU a 64 bit capace di competere più efficacemente con gli standard tecnologici che guidano il mercato globale dei microchip.</p>
<p align="center"><img src="http://www.amdplanet.it/art_img/sergio-news/godson2.jpg"></p>
<p> Il nuovo processore, chiamato Godson-2 (che in cinese significa "drago"), è stato progettato da <a href="http://www.blxcpu.com/" target="ontop">BLX IC Design</a>, una delle più promettenti start-up cinesi che lo scorso anno ha preso in licenza l'architettura di Godson dall'Istituto delle Tecnologie informatiche, ente di ricerca finanziato dal Governo pechinese.<br>
Il nuovo chip si basa su di un'architettura MIPS a 64 bit e, nella sua prima versione, è in grado di girare a frequenze di clock comprese fra i 300 e i 500 MHz: la sua potenza è paragonabile a quella di un vecchio Pentium III, ma il suo motore a 64 bit lo rende più efficiente in certi ambiti applicativi. <br>
Come il suo predecessore a 32 bit, che gira a 266 MHz, Godson-2 viene fabbricato con una tecnologia a 0,18 micron. Il chip è destinato in modo particolare al mercato dei sistemi embedded, tuttavia BLX ambisce anche al settore dei server a basso consumo e dei thin client: tra le piattaforme supportate vi sono Linux, VxWorks, NetBSD e Windows CE.<br>
Una delle caratteristiche più interessanti di Godson-2 è quella di conservare la compatibilità con il codice a 32 bit scritto per il suo predecessore: una scelta di progettazione che richiama da vicino quella intrapresa da AMD e Intel per le rispettive CPU x86 a 64 bit. Fra le altre caratteristiche tecniche del nuovo processore dagli occhi a mandorla si può citare l'architettura superscalare, la predizione dei salti e la cache non bloccante.<br>
BLX, che sostiene di aver già preso contatti con alcuni dei maggiori produttori locali di server, ha intenzione di proporre il proprio chip come motore per i grid computer, reti per il calcolo distribuito spesso formate da cluster di server Linux a basso costo. Il piccolo produttore cinese sta poi cercando di creare un'alleanza di aziende interessate a collaborare allo sviluppo di nuovi progetti e di una futura evoluzione del proprio chip chiamata Godson-3: questo, a fronte di un consumo energetico circa doppio rispetto al suo diretto discendente (intorno ai 10 watt), dovrebbe spingersi a frequenze di clock più elevate (fino a 1 GHz) e adottare circuiteria a 0,13 micron.<br>
Con la famiglia di processori Godson la Cina sta cercando, come ha già fatto nel campo dei sistemi operativi con Linux o nel campo dei media ottici con un DVD tutto suo, di conquistare una propria indipendenza tecnologica e ridurre al minimo l'acquisto di licenze e brevetti stranieri.
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