EINDHOVEN – Istanbul, Istanbul, Istanbul, ma quanta sofferenza. Partita da cardiopalma quella di Eindhoven, il fantasma di La Coruna che sembra tornare, una squadra avversaria a mille, le gambe dei rossoneri che non girano, uno-due degli olandesi, paura, terrore, i supplementari che si avvicinano, ma poi Ambro. Si ancora Ambro, ancora la sua testina d’oro che si alza su tutti e scaccia i fantasmi, poco importa se dopo pochi secondi il PSV fa tre, il Milan è a Istanbul, Massimo Ambrosini ha detto si.
Carlo Ancelotti per la difficile sfida di Eindhoven opta per un Milan ad una sola punta con Shevchenko avanzato e Seedorf e Kakà a supporto. Nella consueta posizione dell’olandese si accomoda Massimo Ambrosini pronto a sfruttare le sue capacità negli inserimenti aerei.
Squalificato Ooijer, Hiddink manda in campo Lucius nella posizione di terzino destro mentre in attacco il tecnico olandese recupera l’ariete Vennegoor.
Come da copione il PSV, spinto dal pubblico di casa, prova a partire con l’acceleratore pigiato, il Milan rimane accorto pronto a far ripartire i propri giocatori in contropiede.
Al 5’ però la manovra olandese comincia ad essere più pericolosa e Paolo Maldini è costretto ad un’eccellente copertura per evitare guai grossi portati dal gigante Vennegoor.
Il PSV ci crede, il Milan appare confuso e poco preciso negli appoggi, Sheva staziona tra le linee olandesi senza l’opportunità di essere servito e allora gli uomini di Hiddink alzano il baricentro.
Al 9’ accade quanto di peggio possa accadere contro una formazione determinata a recuperare i due gol subiti all’andata. Il Coreano Park si infila tra Stam e Maldini e di sinistro batte Dida. Il Milan dopo soli dieci minuti di gioco è gia sotto di un gol.
I rossoneri, inevitabilmente spiazzati dal fulmineo vantaggio olandese, provano a riorganizzarsi puntando sulle accelerazioni di Kakà, ma i biancorossi di Eindhoven evidenziano grande personalità rimanendo compatti e agevolando il fraseggio. Carlo Ancelotti per nulla contento della facilità con la quale il PSV fa correre il pallone comanda un pressing altro che manda spesso i rossoneri in controtempo rispetto alle avanzate avversarie.
Al 22’ Lucius prova a colpire dalla distanza ma Stam respinge mentre al 27’ è la traversa a respingere il colpo di testa di Vennegoor ben pescato in area di rigore.
L’arma del Milan, per allentare la pressione degli uomini di Hiddink, rimane il possesso palla. Pirlo e Seedorf si cercano nel chiaro tentativo di alzare la squadra mentre Kakà prova a fare movimento senza palla per togliere punti di riferimento ai difensori olandesi.
La mossa da i suoi frutti perché la manovra rossonera cresce di intensità, al 38’ è Cafu a provare la conclusione, ma il brasiliano spedisce alto.
Sempre il pendolino milanista al 41’ allarga il gioco e piazza al centro un bel pallone per Kakà, il tiro di Ricky è preciso e potente ma trova la valida opposizione in spaccata di Alex.
E’ questa l’ultima occasione di un primo tempo sofferto, ma che negli ultimi minuti di gioco ha visto crescere la formazione di Carlo Ancelotti.
Il Milan rientra in campo per i secondi quarantacinque minuti di gioco con una novità. Paolo Maldini rimane negli spogliatoi e Carlo Ancelotti manda in campo Kaladze. Il capitano, vittima nei primi minuti di gioco di una forte botta alla testa, accusa vertigini e conati di vomito e lo staff medico rossonero decide di fermarlo.
Guus Hiddink ripropone gli stessi uomini del primo tempo e il PSV fin dalle prima battute di gioco prova ad accerchiare la formazione rossonera.
Al 3’ è Park ad avere l’occasione buona, ma il coreano liscia malamente un bell’assist di Farfan.
Il Milan continua a soffrire, la pressione olandese è ficcante e all’8’ è un tiro di Bouma a mettere i brividi in area di rigore, ma Ambrosini ribatte.
I rossoneri non riescono a pressare come dovrebbero e la manovra avversaria continua a rimanere fluida e ragionata. Carlo Ancelotti prova allora a dare un diverso volto tattico all’incontro comandando al suo centrocampo di schierarsi a quattro uomini lasciando Kakà libero di agire al fianco di Shevchenko. E proprio la coppia rossonera al 13’ tenta di colpire in contropiede ma è determinante il ritorno di Lucius sull’ucraino.
Il Milan sale, ma gli olandesi continuano a tenere il campo con calma olimpica confermandosi abili nella costruzione del gioco.
Al 20’ il Milan subisce il colpo duro. Lee scatta sulla sinistra e pennella un perfetto cross per la testa di Cocu che insacca. La formazione rossonera è in ginocchio, Carlo Ancelotti richiama in panchina Seedorf e getta nella mischia Tomasson, mentre Guss Hiddink prova a rinvigorire l’attacco della sua formazione inserendo Robert per Bouma.
I rossoneri pagano gli sforzi dell’ultimo mese e sembrano incapaci di produrre chiare occasioni da rete, il PSV, più sicuro, riequilibra il centrocampo e concede pochi spazi.
Al 32’ ancora brivido in area rossonera, è Robert a incrociare e a impegnare Dida in tuffo.
Dopo tre minuti l’occasione è milanista, Ambrosini salta di testa su angolo di Pirlo ma Gomes respinge. I minuti passano e il fantasma dei tempi supplementari comincia a materializzarsi sul terreno di gioco del Philips Stadium. Il Milan continua a rimanere troppo corto per poter impensierire l’avversario mentre il PSV rimane compassato, pronto ad approfittare dello spazio giusto.
Ma come è gia spesso accaduto in passato il Milan si ricorda di avere un giocatore decisivo. Al 45’ Kakà porta palla, alza la testa e vede l’inserimento giusto di Massimo Ambrosini che nel suo consueto volo della civetta, si alza da terra e insacca il pietrificato Gomes.
Un calcio alla paura, ai supplementari e a quant’altro, poco importa se dopo nemmeno due minuti Cocu porta a tre le reti degli olandesi, il Milan è a Istanbul.