tratto da libero di oggi
Torna l'ombra del doping sugli anni d'oro della grande Inter. Ed è ancora lui, Ferruccio Mazzola, figlio del leggendario Valentino del Grande Torino, nonché fratellino assai meno abile di Sandro col pallone al piede, a denunciare presunti intrighi e intrugli consumati dallo squadrone di Angelo Moratti e Hele-nio Herrera che dal 1963 al 1966 vinse tutto o quasi: tre scudetti, due Coppe Campioni, due Coppe Intercontinentali. Un meraviglioso undici da recitare a memoria: Sarti-Burgnich-Facchetti; Bedin-Guarneri-Picchi; Jair-Mazzola-Domenghini-Suarez-Corso. Un pezzo di storia del calcio italiano.
Saranno accuse fondate quelle di Mazzolino, l'espressione perennemente triste giustificata da una carriera ben diversa rispetto a quella del padre edelfratello? Si stenta a crederlo, ma vai a sapere. E' una storia da leggere in tanti modi. Storia struggente, ricordando le foto in bianco e nero sul Calcio Illustrato dei fratellini Mazzola, con Sandro giovanissimo ma già famoso che presenta Ferruccio ai lettori: «Lui diventerà ancora più forte di me». Patetica, pensando che i due figli del grande Valentino oggi non si parlano più, si evitano. Vagamente ridicola riflettendo sulla carriera di Ferruccio: una sola partita con l'Inter, l'8 ottobre 1967 contro il Lanerossi Vicenza, prima di essere ceduto al Venezia e vagare senza tanta gloria tra Lecco, Lazio, Fiorentina e Sant'Angelo.
Mazzola contro Mazzola. Ma ci sono altri aspetti. Per i tifosi dell'Inter sarebbe l'ennesima beffa: non solo perde lo scudetto dal 1989 ma rischia di vedersi segare le gloriose fondamenta; per quelli della Juve è una specie di rivincita: se le accuse di Ferruccio saranno dimostrate, in tema di doping si sentiranno improvvisamente meno soli.
«Sono stato anch'io nella Grande Inter di Helenio Herrera e ho vissuto tutto in prima persona - racconta Ferruccio -. Il "Mago" ci dava pasticche da mettere sotto la lingua: qualcuno le prendeva, altri le sputavano di nascosto. Fu mio fratello Sandro a dirmi: se non vuoi mandarla giù vai in bagno e buttala» . Ma Herrera se ne accorse. « E allora iniziò a darcele sciolte nel caffè, credo fossero anfetamine. Bevvi quel caffè un certo mercoledì e per tre notti non sono riuscito a dormire. Mi sentivo come un epilettico».
Così Mazzolino nell'intervista sull'ultimo numero dell'Espresso in cui parla della Grande Inter anticipando il processo per doping (19 novembre) cui verranno chiamati a testimoniare tutti i campioni della leggendaria armata nerazzurra. «La mia è una presa di posizione contro Herrera, non contro l'Inter che invece mi ha que» relato per diffamazione chiedendomi un miliardo di vecchie lire (in fondo si parla di episodi dell'altro secolo, ndr) come risarcimento». A far nascere il caso è stata l'autobiografia "II terzo incomodo" in cui Ferruccio racconta il doping nello spogliatoio dell'Inter kerreriana. «L'ho scritto per giustizia verso i miei compagni che ci hanno lasciato la pelle: Armando Picchi, Marcello Giusti, Carlo Tagnin. So che in Lombardia il libro è stato boicottato come se fosse contro l'Inter, ma semmai è contro le pratiche messe in atto da Herrera, pratiche che oggi negano tutti, compreso mio fratello che non mi parla più da 8 mesi, da quando ho tirato fuori la storia. 11 problema più grosso è per mia madre. Lui (Sandro) mi ha risposto sui giornali dicendo che i panni sporchi si lavano a casa. Ma l'acqua deve essere pulita, sennò saranno sempre sporchi. Ho detto quel che dovevo dire. Ora parlerò in tribunale e dovranno farlo anche gli altri».
Ferruccio getta ombre anche sulla finale di Coppa Campioni 1967 persa 1-2 a Lisbona con il Celtic Glasgow. «11 medico fu allontanato perché non intendeva usare certi sistemi. Arrivò Angelo Quarenghi che faceva tutto quel che voleva Herrera. Su quella finale so molte cose ma non le dico. Chiedetele a Sandro. Quella squadra era imbattibile, non aveva bisogno di aiuti per vincere».
«Del resto - continua - non ci si dopava solo all'lnter. io sono stato anche nella Fiorentina, dove si somministravano flebo. E nella Lazio dove ci davano il Villescon, un farmaco per non sentire la fatica. Nessuno vuoi parlarne? Lo faccio io: rivelo queste cose perché oggi i giovani non ci caschino più. Si sa che sono pratiche usate soprattutto nei campionati dilettanti, dove non ci sono controlli. Arrivano decine di denunce da padri e madri».
Una vita particolare quella di Ferruccio Mazzola. «Non l'ho cercato io questo processo, mi ci hanno tirato dentro. Ma adesso dirò tutto. E verrà fuori tutto».