Masi: Le leggi contro la pirateria ci sono, ma vanno applicate

Per il segretario generale della presidenza del Consiglio dei Ministri ''servirebbe anche una normativa europea che tenga conto delle realtà nazionali''. Il presidente della Siae, Assumma: ''Si lede il diritto fondamentale dell'autore di scegliere i propri interlocutori".

 

Roma, 25 giu. -(Adnkronos/Ign)- ''Le normative per il rispetto del diritto d'autore ci sono, ma vanno applicate''. Mauro Masi, segretario generale della presidenza del Consiglio dei Ministri e delegato italiano per la proprietà intellettuale a IGN, testata on line del Gruppo Adnkronos spiega ''qual e' il modo migliore per tutelare nella rete internet le opere dell'ingegno'''. (Guarda il video). A margine del convegno 'Creativita' e cultura nel web: opportunita' o minaccia?' organizzato dall'AIE (Associazione italiana editori) in collaborazione con la Camera di Commercio di Roma, Masi avanza l'ipotesi di ''una nuova normativa europea'' che tenga conto delle diverse realta' nazionali e valuta positivamente ''l'esempio francese, dove gli hardware vengono fatti pagare di piu'''.

Proprio d'Oltralpe arriva l'esperienza di Denis Olivennes, direttore di 'Nouvelle Observateur'e presidente della Commissione per lo Sviluppo e la Protezione delle Opere Culturali nella rete, nonché autore dell'accordo francese per lo sviluppo e la protezione delle opere culturali sulle nuove reti che porta il suo nome. ''I cyberpirati in realtà non vogliono affatto estraniarsi dall'universo commerciale e del marketing -ha detto a IGN Olivennes-, ma solo sottrarsi al pagamento''. Per Olivennes ''il download arricchisce gli operatori della rete e i fabbricanti di software che -aggiunge- se ne infischiano altamente delle presunte virtù della gratuità nella cyberfratellanza umana''.

Dai dati AIE emerge che il mercato della pirateria e' fiorente: il giro d'affari supera 1, 2 miliardi di euro e occupa il 20% del mercato dell'editoria libraria, dei contenuti digitali, musica e cinema. I giovani sembrano non avvertire i sistemi di file sharing come illegali. Circa un giovane su tre tra i 14 e i 19 anni dichiara ''di collegarsi quasi tutti i giorni a sistemi di file sharing'', mentre per più della metà degli italiani ''condividere file protetti da diritto d'autore non deve essere considerato reato''.Il presidente della Siae, Giorgio Assumma parla di un vero e proprio furto: ''L'opera dell'ingegno -dice a IGN- altro non è che un colloquio dell'autore con i propri interlocutori ed è tra i diritti dell'autore scegliere con chi intrattenere le proprie relazioni intellettuali''. Si tratta quindi di un danno economico, ma non solo. Per il presidente dell'AIE, Federico Motta in internet ''spopolano persone che vogliono fare i soldi con i contenuti degli altri'' e che ''mettono a grave rischio la cultura''. ''La legge c'è - conclude Motta a IGN- ed è buona, va soltanto applicata con rigore''




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Scritto da Aragorn | il 2008-06-26 13:54:45 |