Basso reo confesso

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Basso reo confesso

Messaggiodi Aragorn il 07 mag 2007, 16:37

ROMA, 7 maggio 2007 - Ivan Basso potrebbe presto diventare il primo pentito eccellente della storia del ciclismo. Il varesino, 29 anni, vincitore dell'ultimo Giro d'Italia, è stato interrogato oggi da Ettore Torri, della Procura antidoping del Coni, al quale avrebbee ammesso il suo coinvolgimento nell'Operacion Puerto, collaborando alle indagini


«Non tutto quel ch'è oro brilla,
Né gli erranti sono perduti;
Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza,

le radici profonde non gelano.
Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
L'ombra sprigionerà una scintilla;
Nuova sarà la lama ora rotta,
E re quei ch'è senza corona.»

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Messaggiodi yuzzu il 07 mag 2007, 19:16

che delusione...e io che pensavo fosse pulito.....
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Messaggiodi MauriAxel il 07 mag 2007, 19:29

mi avevi pure illuso...MI FAI SCHIFO!!!
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Messaggiodi yuzzu il 07 mag 2007, 19:32

ROMA, 7 maggio 2007 - La notizia si era diffusa all'ora di pranzo: "Basso sta collaborando". La misteriosa e telegrafica presenza dell'avvocato Massimo Martelli, il suo legale, alle 13.20, negli uffici dello stadio Olimpico, confermava che qualcosa stava per accadere. Era proprio così: Martelli stava in pratica trattando le modalità dell'incontro fra Basso e il capo della procura antidoping Ettore Torri. Cinque minuti appena e subito via in macchina, slalomeggiando fra le transenne degli Internazionali d'Italia di tennis. Il vincitore del Giro d'Italia 2006 ha cominciato a collaborare e ha confessato il suo coinvolgimento nella vicenda di Operacion Puerto. Una svolta storica che al Coni è stata accolta ovviamente con soddisfazione. Naturalmente non è chiara la sostanza della collaborazione. La giustizia sportiva premia gli atleti che ammettono le loro responsabilità e collaborano per cercare di smascherare la rete di coinvolgimenti che sta dietro allo smercio e all'uso di doping. Per questo si è parlato dell'ipotesi di uno sconto di pena, da due a un anno di squalifica, che potrebbe consentire a Basso di correre il Giro d'Italia del 2008.
IL RETROSCENA - Allo stadio Olimpico. Ma non negli uffici della procura antidoping. E' questo l’ultimo particolare che si è appreso sulla confessione di Ivan Basso. Niente luoghi privati, niente fuga in qualche studio di avvocato, ma una serie di depistaggi a buon fine dentro il recinto dell’impianto del Coni. La procura antidoping aveva organizzato tutto per consentire a Basso e al suo legale Massimo Martelli di rimanere al coperto in una zona pure affollatissima come quella del Foro Italico, dove debuttavano gli Internazionali di tennis con il pienone. L’incontro è durato quattro ore, da mezzogiorno alle quattro.
"LA COSA GIUSTA" - "Ivan Basso ha ampiamente ammesso le proprie responsabilità relative all'Operacion Puerto - spiega una nota del Coni - e ha fornito la massima collaborazione per chiarire i fatti relativi al suo coinvolgimento". La settimana scorsa, il vincitore del Giro d'Italia 2006 aveva rescisso il contratto con la formazione della Discovery Channel. Non erano previste altre audizioni, ma il legale di Basso e quello di Scarponi hanno chiesto spontaneamente di vedere il procuratore. L'incontro sarebbe durato un paio d'ore. Subito dopo Basso e l'avvocato si sono messi in viaggio verso l'aeroporto di Fiumicino. "Siamo sereni e consapevoli di avere fatto la cosa giusta", ha detto il legale del varesino, Massimo Martelli. "Se Ivan ha fatto quello che ha fatto è perchè ama il suo sport: ci siamo guardati negli occhi e ci siamo detti che era il caso di levarsi questo peso da dosso, dalla coscienza. Non stava bene, non era sereno, ma teso da morire: poi durante l'interrogatorio si è sciolto, nel parlare piano piano ha recuperato e ha dimostrato un gran carattere. Renderemo pubbliche tutte le nostre considerazioni al più presto questa sera con un comunicato e domani, presumibilmente a Milano, con un incontro con la stampa".
LA FEDERAZIONE - "Ivan ha fatto esattamente quello che tutti chiedevano a Pantani e che Marco non fece: ora, ve lo chiedo a nome del ciclismo, non lasciate solo Ivan Basso". Il presidente della Federciclismo, Renato Di Rocco, ha appreso con soddisfazione gli sviluppi della vicenda relativa all'Operacion Puerto

vergogna!!!!!!!!!!! :evil: :evil: :evil: :evil: :evil: :evil:
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Messaggiodi Joistick il 07 mag 2007, 20:37

che schifo veramente.... io che ero pure andato a vedere l'ultima tappa del giro(passava dal mio paese).....
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Messaggiodi nemesys_72 il 08 mag 2007, 21:30

ma dai, come ca**o si fa a credere che il ciclismo o altri sport del genere siano puliti??

il suo soprannome nelle telefonate era Birillo, il nome del suo cane..
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Messaggiodi Joistick il 09 mag 2007, 17:43

nemesys_72 ha scritto:ma dai, come ca**o si fa a credere che il ciclismo o altri sport del genere siano puliti??

il suo soprannome nelle telefonate era Birillo, il nome del suo cane..

ormai tutti gli sport sono sporchi, adesso l'importante non è vincere senza doparsi ma doparsi senza farsi beccare...
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Re: Basso reo confesso

Messaggiodi Joistick il 25 mag 2007, 17:21

Altre confessioni dal mondo del ciclismo:
BONN (Ger), 24 maggio 2007 - Erik Zabel ammette di aver fatto uso di doping: "Prima del Tour de France del 1996 ho preso l'Epo", ha detto il velocista tedesco, attualmente sotto contratto con la Milram, la squadra di Alessandro Petacchi. "L'ho provato, ero consapevole che senza doping non si poteva vincere. E' stato un test e ho smesso dopo una settimana perché cominciavo ad avvertire degli effetti collaterali", ha proseguito Zabel, quasi in lacrime, nella conferenza stampa convocata a Bonn dalla T-Mobile, team con cui militava nel 1996 e che vinse il Tour di quell'anno con Riis (che domani ha convocato una conferenza stampa a Copenhaghen) e dell'anno successivo con Ullrich.
SCUSE - Il tedesco non cerca alibi: "Chiedo scusa a tutti, ho sbagliato. Sono pronto a pagare le conseguenze del mio gesto". Pochi minuti prima, un altro corridore tedesco, Rolf Aldag, aveva confessato di essersi dopato dal 1995 al 1998. La T-Mobile (di cui Aldag è attualmente direttore sportivo) nel frattempo ha dichiarato che continuerà a partecipare alle corse. In precedenza altri tre ex corridori della Telekom (Bert Dietz, Christian Henn e Udo Boelts, quest'ultimo ieri si è dimesso da d.s. della Gerolsteiner) avevano ammesso di aver fatto ricorso a pratiche illecite durante gli anni '90. Oggi, inoltre, ha confessato un altro ciclista della T-Mobile (e sono 6 in totale), il danese Brian Holm.
SCANDALO A FRIBURGO - Lo scandalo, peraltro, apertosi pochi giorni fa in seguito alla confessione di due medici ha portato alla sospensione dall'Università di Friburgo di Lothar Heinrich e Andreas Schmid, i cui nomi sono stati fatti da alcuni ciclisti che hanno confessato. "Ammetto di aver somministrato sostanze dopanti a ciclisti professionisti attorno alla metà degli anni '90", ha detto Schmid in una nota che ha fatto diffondere dal suo avvocato. "Io rendevo disponibili alcune sostanze, in particolare Epo, su richiesta di questi atleti", ha detto ancora il medico. "Però non l'ho mai fatto - ha precisato - contro la volontà di questi stessi atleti, che quindi erano pienamente consapevoli di ciò che facevano". Anche Heinrich si è espresso con una nota scritta: "Ho preso parte al processo di somministrazione di doping a ciclisti, nel corso della mia carriera di medico sportivo. Mi dispiace di aver commesso un errore del genere".
MILRAM - Queste le reazioni della Nordmilch, principale sponsor del team Milram, dopo la conferenza stampa di Zabel: "Ci sará un incontro nel weekend e si vedrá come andare avanti".

e oggi sono arrivate le dichiarazioni del danese Bjarne Riis, attuale ds della CSC:
"Ho preso l'Epo, era un'abitudine per un corridore" queste le sue parole......
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Re: Basso reo confesso

Messaggiodi Joistick il 25 mag 2007, 17:37

LYNGBY (Dan), 25 maggio 2007 - Il danese Bjarne Riis, vincitore del Tour de France 1996 con la maglia della T-Mobile, ha ammesso di aver fatto uso di doping dal 1993 al 1998. "Ho preso l'Epo, era un'abitudine per un corridore", ha detto l'attuale direttore sportivo della Csc intervenendo in una conferenza stampa.
I MEDICI VIGILAVANO - Riis ha spiegato così le sue scelte: "Non ero degno di vincere quel Tour de France. Ho comprato Epo e me lo sono preso da me. Alla fine sono i ciclisti che si devono assumere le loro responsabilità". Il danese ha spiegato che i medici della Telekom non somministravano le sostenze proibite, ma vigiliavano affinché quanti ne facevano uso non superassero il limite".
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