ROMA - Dopo le polemiche infinite sugli arbitri ne spunta una anche sui raccattapalle. A sollevare l'ultimo polverone il ricorso del Palermo contro la vittoria della Roma di sabato scorso. A scatenare le proteste del presidente Maurizio Zamparini l'intervento di un raccattapalle dell'Olimpico, che in occasione del gol-partita di Mancini ha velocizzato il calcio d'angolo, da cui poi è scaturita le rete di testa del brasiliano.
La società palermitana, che ha inviato un telegramma ala procura federale e alla Lega Calcio, chiede l'invalidamento del risultato della partita, vinta dalla Roma 1-0 proprio in virtù di quel gol, di cui il Palermo contesta la validità. Secondo Zamparini la rete della vittoria giallorossa sarebbe dovuta a quella che il presidente non esita a definire una "furbata". "Non è ammissibile che in Italia si premino le furbate - aggiunge -. In in un altro paese, di certo, questo episodio sarebbe stato punito".
Secondo la società rosanero da regolamento i raccattapalle non dovrebbero oltrepassare i tabellone pubblicitari: dunque non dovrebbero avvicinarsi al rettangolo di gioco. L'iniziativa del Palermo rischia quantomeno di mettere sub judice il risultato della partita. La parola adesso passa alla commissione disciplinare, chiamata a dare l'ok sull'omologazione del risultato dell'incontro. Sull'argomento per il momento la Roma preferisce non commentare, in attesa di eventuali decisioni ufficiali da parte di Figc e Lega. Per il Palermo non si tratta molto di più di una semplice provocazione. La società di Zamparini infatti non si limita alla denuncia e ipotizza lo 0-3 a tavolino o la ripetizione della partita.
"I raccattapalle - spiega Zamparini - devono stare dietro i cartelloni pubblicitari e tirare il pallone al giocatore più vicino sempre restando dietro. Quello che è successo sabato sera non è regolare". In qualunque modo vada a finire dunque, l'iniziativa di Gianluca Caprari, il giovane raccattapalle protagonista della vicenda, rischia di creare un ingombrante precedente